Terremoto Centro Italia: Legnini (commissario), un cronoprogramma per 1.300 opere pubbliche

Un cronoprogramma per 1.300 opere pubbliche, domande più semplici per i danni lievi entro il 30 novembre. Con le due ordinanze emanate oggi dal commissario straordinario, Giovanni Legnini, arrivano le nuove regole per accelerare le opere pubbliche legate alla ricostruzione del Centro Italia dopo il sisma del 2016, circa 1.300 interventi già finanziati con 1,6 miliardi di euro, molti dei quali in grave ritardo di avanzamento, insieme alla disciplina dei poteri in deroga del commissario. Le due ordinanze sulla ricostruzione pubblica ed i poteri in deroga, si legge in un comunicato del commissario, erano state già esaminate e condivise giovedì scorso con i presidenti delle Regioni e i sindaci nella Cabina di coordinamento. Nello specifico l’ordinanza sulla ricostruzione pubblica ridefinisce l’elenco delle opere legate alla ricostruzione, con alcune riprogrammazioni e l’inserimento di nuovi interventi: quelli attualmente finanziati, tenuto conto anche di quelli già realizzati, sono 1.288, una parte dei quali, 482, devono ancora essere avviati. Proprio per questo l’ordinanza stabilisce che i Comuni e le stazioni appaltanti provvedano entro il 31 marzo 2021 all’affidamento di tutti gli incarichi di progettazione, ma che ancor prima, entro il 31 dicembre di quest’anno, trasmettano al commissario un cronoprogramma dettagliato di tutte le fasi per la definizione dell’appalto e l’esecuzione delle opere. L’ordinanza, inoltre, stanzia 100 milioni di euro per la gestione delle macerie pubbliche dovute a crolli o demolizioni, finora gestita dalla Protezione civile, e disciplina l’accesso da parte dei Comuni alle agevolazioni del gestore del Servizio elettrico per gli investimenti nella riqualificazione energetica degli edifici pubblici, consentendo loro di liberare nuove risorse. Le risorse disponibili per le opere contenute nell’elenco unico ammontano a 1,623 miliardi di euro: 945 milioni per le Marche, 240 per il Lazio, 220 per l’Abruzzo e 216 per l’Umbria. La seconda ordinanza prevede “le disposizioni organizzative ed attuative dei poteri in deroga attribuiti dal legislatore al commissario, e a lungo sollecitati dai sindaci, dai presidenti delle Regioni, dai cittadini ed esponenti di tutti gli schieramenti politici, per la realizzazione delle opere pubbliche prioritarie e caratterizzate da particolari complessità e per gli interventi nei centri storici maggiormente distrutti”. Viene disciplinata, inoltre, “la possibilità di attuare gli interventi in deroga a mezzo di ordinanze speciali che definiranno le specifiche modalità e tempi di realizzazione, anche in questo caso in accordo con i presidenti delle Regioni e i sindaci, ai quali il commissario potrà trasferire i poteri attuativi in deroga”.

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