Solidarietà: Milano, per i 18 anni della Casa della carità lunedì 23 novembre on line un incontro sull’enciclica “Fratelli tutti”

La Casa della carità, voluta dal card. Carlo Maria Martini nel 2002, prima di lasciare Milano, compie 18 anni. Per celebrare questo traguardo, lunedì 23 novembre, alle 10, la Fondazione promuove l’incontro “Un nuovo sogno di fraternità”, un dialogo sull’enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti” tra Cristina Simonelli, teologa, e suor Chiara Francesca Lacchini, presidente del Consiglio della Federazione italiana clarisse cappuccine. Il dialogo sarà moderato da Cristina Viganò, coordinatrice delle iniziative di spiritualità della Casa, e vedrà la partecipazione di don Virginio Colmegna, presidente della Fondazione. L’incontro potrà essere seguito in diretta sui canali YouTube e Facebook della Casa della carità.
“Questo compleanno è molto importante per noi, non solo perché diventiamo maggiorenni, ma perché si inserisce nel cammino di costruzione del nuovo domani della Casa, che abbiamo chiamato ‘Regaliamoci futuro’, per un ripensamento delle nostre attività e una riorganizzazione della sede di via Brambilla, per andare incontro sempre meglio ai mutati bisogni e fragilità che incontriamo. Lo vivremo però in un periodo molto particolare, segnato da una pandemia che ha travolto il mondo in modo inaspettato. Per questo, nel rispetto delle misure per il contenimento del virus, non sarà possibile incontrarci e festeggiare tutti insieme, come abbiamo sempre fatto. Abbiamo però pensato, in occasione di questo traguardo così significativo, di fare noi un regalo alla città, proponendo un momento di incontro e riflessione sull’ultima enciclica di Papa Francesco: ‘Fratelli tutti'”, spiega don Colmegna.
“Personalmente, questi 18 anni sono stati straordinari, perché hanno fatto maturare e crescere in me la consapevolezza di essere segnato profondamente dalla condivisione con le fragilità, con gli ultimi, che ci consegnano doni grandi e preziosi. È stato un insegnamento forte, importante, del quale mi ritrovo arricchito”, prosegue don Colmegna. Per quanto riguarda Casa della carità, aggiunge, “devo dire ancora una volta grazie al card. Martini e alla sua intuizione di renderla un laboratorio di umanità, capace di sviluppare ospitalità nel segno della gratuità. E sempre grazie alla spinta di Martini, che ha voluto che fossimo non solo luogo di accoglienza ma anche di cultura, questi anni sono stati attraversati dagli interrogativi, dalle inquietudini, dalle riflessioni culturali, dagli incontri e da una spiritualità profonda, che hanno dato alla nostra azione sociale la capacità di generare fecondità politica. Sono tutti elementi che consentono il superamento della visione assistenzialistica e l’importanza invece di sviluppare cittadinanza attiva e amicizia civica”.

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