Bolivia: Arce, “delfino” di Evo Morales, verso il trionfo al primo turno delle presidenziali

(Foto ANSA/SIR)

Il “conteggio rapido”, diffuso nella notte boliviana dopo ore di attesa, ha emesso un verdetto che pare inequivocabile: il socialista Luis Arce, candidato del Mes e già ministro dell’Economia dell’ex presidente Evo Morales, è il vincitore delle elezioni presidenziali di ieri in Bolivia, in una maniera molto più ampia rispetto ai sondaggi, che contemplavano la possibilità di un ballottaggio. Arce è accreditato del 53% dei voti, mentre il suo contendente di centrodestra moderato, Carlos Mesa, è al 30,8%, e Luis Camacho, populista di destra, è al 14,1%. Arce trionfa in 6 dipartimenti su 9, ed è oltre il 60% a La Paz, Oruro e Cochabamba. Nelle sue prime parole ha lanciato un appello per un Governo di unità nazionale.
Le elezioni si sono svolte complessivamente in modo pacifico, ma in un clima di grande tensione. Numerosi gli osservatori internazionali, ma non sono mancate polemiche, come quelle seguite all’arresto del deputato argentino Federico Fagioli, anch’egli in Bolivia come osservatore. Il Tribunale elettorale, completamente rinnovato rispetto al 2019, ha inizialmente deciso di non diffondere i dati del “sorteggio rapido”, proprio per evitare il rincorrersi di notizie non ufficiali e definitive.
Importante il ruolo della Chiesa boliviana, che in questi mesi ha coordinato un’azione di monitoraggio assieme all’Onu e all’Unione europea. In tutte le chiese, ieri, si è pregato per la nazione e per la concordia. In tarda serata (ora boliviana) la Conferenza episcopale ha emesso una breve nota, esprimendo “felicitazioni al popolo boliviano per una giornata elettorale vissuta in pace e rispetto tra tutti, con alta partecipazione”. Secondo i vescovi “è stato un grande giorno, espressione della vocazione democratica del nostro popolo”. Venerdì la Conferenza episcopale (Ceb) aveva diffuso un comunicato auspicando una “Bolivia giusta e libera”, da costruire attraverso un voto pacifico. Il presidente della Ceb, mons. Ricardo Centellas, ieri ha rivolto un ulteriore appello a “mantenere la democrazia nel Paese, sempre in un clima di pace e fraternità. I partiti politici sono rivali in questa circostanza, ma tutti siamo fratelli in quanto abitanti di questa terra”.

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