“La solitudine del Signore è grande in questi giorni. Non è solo una solitudine fisica”. La solitudine di Gesù è “profonda, drammatica, perché gli uomini rifiutano la sua proposta di salvezza. Rifiutano un Dio che non è capriccioso, non favorisce i suoi prediletti, non guarda al mondo con prepotenza e dominio”. Lo ha detto ieri mattina mons. Giorgio Ferretti, arcivescovo di Foggia-Bovino, nella sua omelia in cattedrale nella Domenica delle Palme. La celebrazione ha avuto inizio a piazza Oberdan, dove si è commemorato l’ingresso di Gesù in Gerusalemme, e poi si è raggiunta la Cattedrale in processione con le palme e i rami di ulivo. Gli abitanti di Gerusalemme ma anche i suoi discepoli, “lo vorrebbero forte, duro, prevaricatore”, ha spiegato mons. Ferretti: “gli urlano da sotto la croce: ‘Perché non salvi te stesso?’. Come può un Dio che non ha potere per salvare se stesso, salvare tutti? Dov’è la sua forza, le sue armi, i suoi eserciti? Gesù è solo nell’ora della passione e della morte, perché gli uomini rifiutano il suo sacrificio, che solo può salvarli”. E noi “cosa vediamo in quest’uomo oggi? Cosa abbiamo pensato di lui agitando i nostri rami in processione? Lo vediamo come qualcuno che può fare qualcosa per me? Perché è per questo che si omaggiano i potenti di questo mondo. Li si ossequia perché non si sa mai che possano migliorare la mia vita, mi possano dare qualcosa in cambio. In fondo – ha detto mons. Ferretti – solo gli sciocchi fanno qualcosa senza aspettarsi di ricevere in cambio. Questo pensa la folla che lo accoglie a Gerusalemme. Per questo non c’è da stupirsi se durante la passione nessuno sarà al suo fianco, nessuno gli darà conforto. Gesù è visto come un potente in disgrazia, che non può fare più niente per me e quindi non merita in mio ossequio”. Nella settimana santa, “Gesù è solo. Le sue parole non sono più ascoltate, non hanno più valore, perché è un vinto e merita di essere scartato”.
Gesù “non è il Messia potente che diceva di essere. E Gesù resta solo”. Con lui – sottolinea il presule foggiano – alcune donne che “non credono alla violenza; che non speravano nulla da Gesù, se non la sua compagnia, il suo perdono, la sua Misericordia. Sotto la croce restano le madri dei figli in guerra”. “E noi – dice mons. Ferretti – fuggiremo in questa settimana santa o staremo qui, sotto la croce? Per accompagnare Gesù nella sua passione, c’è bisogno di cambiare prospettiva sul mondo. Basta con la violenza! Basta con la prepotenza! Basta con la forza! Dobbiamo scendere nell’amore assoluto di Dio che si abbassa, si umilia, ama fino alla fine. Solo il suo amore è più forte della morte e del nostro peccato. Solo un Dio che si natura nella debolezza può salvare un mondo perso dietro se stesso. Un mondo votato alla forza che si autodistrugge. Liberiamoci dallo spirito di prepotenza, fratelli, e sapremo stare accanto a Gesù in questa settimana di Passione. Non fuggiamo come i discepoli, non giudichiamo Gesù un debole. Solo la sua debolezza è la forza che salva”.