
Oggi, lunedì 14 aprile, il vescovo di Vicenza, mons. Giuliano Brugnotto, ha presieduto la messa per i detenuti della casa circondariale “Del Papa” di Vicenza. È un appuntamento che sottolinea la vicinanza a questa realtà, in particolare in occasione del Natale e della Pasqua, e che mons. Brugnotto ha espresso più volte anche durante la celebrazione odierna: la vicinanza non solo personale, ma “di un’intera Chiesa, non solo vicentina, ma di tutto il mondo. Esprimo anche la vicinanza del Signore che ha uno sguardo particolare per chi si trova in alcune situazioni, come quella del carcere”, ha detto il presule introducendo la messa. Hanno concelebrato don Gigi Maistrello, cappellano del carcere, e padre Hiagi Motofaga, missionario dell’Istituto del Verbo Incarnato. Erano presenti diversi volontari e rappresentanti di realtà vicentine legate al carcere come il Lembo del Mantello, il Progetto Jonathan, la Comunità Papa Giovanni XXIII, la San Vincenzo.
Nell’omelia mons. Brugnotto ha richiamato la situazione di Gaza, dove è stato distrutto l’ultimo ospedale funzionante, e quella di Sumy, in Ucraina, dove alcuni missili lanciati nella zona universitaria della città hanno provocato oltre trenta morti. Si tratta di situazioni di guerra che richiamano il desiderio di giustizia espresso in molti brani liturgici del tempo di quaresima. “È compito della Chiesa portare luce e unione e le letture di questi giorni sottolineano questa dimensione di liberazione che si è compiuto con Gesù Cristo”, ha spiegato il presule.

(Foto diocesi di Vicenza)
“Di per sé, la realtà del carcere non dovrebbe esistere. Piuttosto dovrebbe essere riconosciuto a ciascuno ciò che è, anche a chi ha compiuto qualche sbaglio, così che non si senta schiavo dell’errore, ma libero. Gesù è venuto a liberarci. La Pasqua è accogliere l’amore di Dio che è riversato su di noi, anche in questa casa che voi abitate – speriamo per non troppo tempo – ma speriamo possa essere esperienza dell’amore di Dio e dell’amore fraterno. Gesù compie un gesto, quello della lavanda dei piedi, che al suo tempo era affidato agli schiavi, per indicarci uno stile, cioè di mettersi reciprocamente a servizio gli uni degli altri”, ha continuato mons. Brugnotto. In questo modo, il vescovo ha introdotto il gesto che avrebbe compiuto nello stesso rito anche lui a tre detenuti e a don Maistrello: la lavanda dei piedi. “Dobbiamo lasciarci raggiungere dall’amore di Dio, che è così grande da fare cose straordinarie, anche perdonare ogni nostro errore, cosa che noi stessi spesso non riusciamo a fare nei nostri confronti. Abbiamo bisogno di qualcuno che ci ami come Gesù ed è un amore già vissuto da tante persone, anche accanto a noi”, ha concluso il vescovo Giuliano nell’omelia.
Al termine della messa, dopo uno scambio di auguri, il vescovo è stato accompagnato nelle sezioni per salutare e benedire gli altri detenuti.