Educazione e nuove tecnologie: don Pellegrini (Anspi), “non demonizzare, ma saper gestire utilizzo e conseguenze al meglio”

Rispetto alle nuove tecnologie, soprattutto alla pervasività dello smartphone nella vita quotidiana, “non dobbiamo demonizzare, ma saper gestire utilizzo e conseguenze al meglio”. Lo ha affermato don Luigi Pellegrini, assistente spirituale nazionale dell’Anspi, aprendo l’incontro su “Virtuale e immersivo: quale futuro ci attende?” che vede radunati, in presenza e in collegamento, oggi a Roma presidenti e delegati delle 29 associazioni che fanno parte del Copercom.
Quello al centro della giornata di oggi, ha sottolineato il sacerdote, “è un tema delicato”, che è “necessario e fondamentale” affrontare anche perché “tutti siamo consapevoli di quanto la situazione si sta trasformando” con lo “smartphone che ha cambiato relazioni e rapporti”. Don Pellegrini ha ricordato come già 20 anni fa a San Patrignano venivano individuati percorsi per i giovani che diventavano dipendenti di Internet, “una tossicodipendenza diversa”, ha commentato. “Dobbiamo saper leggere la realtà storica che ci circonda, essere anche provocatori, farci sentire, ‘fare chiasso’ come ha detto il Papa ai giovani”. “Spesso oggi – ha rilevato il sacerdote – ci ritroviamo in una Chiesa che si adagia, si adatta, cerca di non dar noia perché magari così pensa di continuare ad avere privilegi”. Invece, ha proseguito, “dobbiamo avere il coraggio di esporci”. “È il Vangelo – ha ammonito – che ci dice che è il momento di farlo”. Riferendosi poi all’impegno delle associazioni rappresentate e all’attività del Copercom, don Pellegrini ha invitato ad “essere segno di condivisione. Potete essere un tesoro all’interno della Chiesa”, nella quale sempre più è necessaria la “dimensione di unità, collaborazione, arricchimento reciproco”.

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