Giorno del Ricordo: Mattarella, “impedire il ripetersi di tragici errori, causati da ideologie e nazionalismi”. “Anche altri Paesi dei Balcani occidentali nell’Ue”

(Foto: Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

“Onorare le vittime e promuovere la pace, il progresso, la collaborazione, l’integrazione, aiuta a impedire il ripetersi di tragici errori, causati da disumane ideologie e da esasperati nazionalismi; e a non rimanere prigionieri di inimicizie, di rancori, di dannose pretese di rivalsa.”. Lo ha affermato questa mattina il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della celebrazione del Giorno del Ricordo tenutasi al Quirinale.
“Gorizia, la città simbolo della divisione, è oggi associata – grazie a una generosa intuizione della Slovenia – a Nova Gorica: due città, due Stati, una sola capitale della cultura europea per il 2025”, ha ricordato il Capo dello Stato, secondo cui “occorre adesso lavorare alacremente, a livello europeo, perché anche gli altri Paesi dei Balcani occidentali candidati all’ingresso nell’Unione possano compiere le procedure di adesione senza ritardi e senza indugi”. “Si tratta anche di una risposta concreta ai pericoli del possibile riaccendersi, nella regione, di sopiti conflitti di natura etnica o religiosa, che rischierebbero di riportare la storia, a tempi che non vogliamo più rivivere”, ha osservato Mattarella, aggiungendo che “le divisioni, i conflitti, i drammi del passato – la cui memoria ci ferisce tuttora con forza e sofferenza – ci ammoniscono”. “Se non possiamo cambiare il passato, possiamo contribuire a costruire un presente e un futuro migliori”, la convinzione del presidente, ricordando che “all’Europa, e al suo modello di democrazia e di sviluppo avanzati, guardano nel mondo milioni di persone”. “L’unità dei suoi popoli è la sua forza e la sua ricchezza”, ha concluso: “Il buon senso e l’insegnamento della storia chiedono di non disperderla ma, al contrario, di potenziarla, nell’interesse delle nazioni europee e del futuro dei nostri giovani”.

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