Argentina: rinnovato accordo tra Governo e Caritas per sostenere programmi di sostegno alimentare. “Nessuna esclusività, serve integrazione di tutti gli attori”

Il direttore nazionale della Commissione Caritas Argentina, Luciano Ojea Quintana, e la ministra del Capitale Umano, Sandra Pettovello, hanno rinnovato l’accordo per sostenere la fornitura di pasti ai settori più vulnerabili. La Caritas ha sottolineato si tratta di un accordo che “ha da tempo con lo Stato nazionale” e che continuerà “a lavorare al fianco di coloro che soffrono per la crisi alimentare nel contesto della grave situazione sociale che stiamo vivendo. Rinnoviamo i nostri sforzi per garantire che nessuno rimanga senza assistenza e protezione”, ha aggiunto il messaggio. La Caritas ha anche affermato che tutte le entità e le organizzazioni sociali che hanno portato cibo, materiali e assistenza sanitaria negli angoli del Paese devono ricevere il massimo aiuto possibile, per affrontare i problemi di malnutrizione e denutrizione. Nei giorni scorsi, il Governo aveva firmato un simile accordo con l’Alleanza cristiana delle chiese evangeliche (Aciera), e, inizialmente, non erano mancate perplessità sul fatto che non fosse stato confermato l’accordo anche con la Chiesa argentina, cosa avvenuta, appunto, nei giorni successivi. A proposito della firma tra Governo e Caritas, la Commissione episcopale di Caritas Argentina riferisce che “questo impegno è stato mal interpretato come un accordo esclusivo tra la Chiesa e lo Stato per essere gli unici o i principali interlocutori convalidati nell’aiutare i settori più vulnerabili”. I vescovi sono grati per la fiducia che gli Stati a diversi livelli – nazionale, provinciale e comunale – hanno riposto nella Caritas nel corso dei decenni, “sulla base dell’instancabile lavoro di innumerevoli volontari della Caritas in tutto il Paese e della trasparenza nell’uso dei fondi”. Nel documento, firmato da monsignor Carlos Tissera, vescovo di Quilmes e presidente della commissione, da monsignor Gustavo Carrara, vescovo ausiliare e vicario generale di Buenos Aires, e da monsignor Roberto Álvarez, vescovo di Rawson, si legge che, nel corso degli ultimi anni e con l’aumento dei livelli di povertà in Argentina, “abbiamo imparato a lavorare con un gran numero di movimenti, associazioni, centri di quartiere, sindacati”. Oggi nessuno può farsi carico da solo della quantità e della complessità del lavoro sociale, e “per questo insistiamo sull’integrazione di tutti coloro che con grande sensibilità si occupano dei più poveri e che ricevono anche l’aiuto necessario perché possano continuare a farlo”.

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