Giornata del malato: Nuovi Orizzonti, “vicini a chi soffre, la sofferenza condivisa diventa un carico più leggero per chi la vive”

“Celebriamo la memoria della Madonna di Lourdes; in questa occasione, per volere di S. Giovanni Paolo II, ricordiamo anche i malati, tutti coloro che soffrono nel corpo, nella mente e nello spirito. Facciamo nostra la riflessione del nostro Santo Padre, Papa Francesco, che ci ricorda che curare il malato significa curare anche le relazioni”. Lo afferma in una nota la Comunità pontificia Nuovi Orizzonti, alla vigilia della Giornata mondiale del malato del prossimo 11 febbraio. Nuovi Orizzonti sottolinea quanto sia vitale far sentire la propria vicinanza e il proprio affetto alle persone che soffrono, quanto sia un balsamo di consolazione anche nelle prove più terribili un semplice gesto di attenzione, di cura. Durante le missioni di strada periodicamente organizzate, “nelle quali percorriamo le strade, le piazze e le zone ‘calde’ della città per testimoniare il nostro incontro con l’Amore di Dio – si legge nella nota – , ci è capitato anche di andare nelle corsie degli ospedali, e i momenti che abbiamo condiviso con chi soffre sono parte del tesoro prezioso che custodiamo nei nostri cuori. Abbiamo sperimentato che la sofferenza, se condivisa, diventa un carico più leggero sulle spalle di chi la vive”. Di qui il richiamo alle parole di Papa Francesco sulla necessità della relazione nella vita di ciascuno: “Siamo venuti al mondo perché qualcuno ci ha accolti, siamo fatti per l’amore, siamo chiamati alla comunione e alla fraternità. Questa dimensione del nostro essere ci sostiene soprattutto nel tempo della malattia e della fragilità, ed è la prima terapia che tutti insieme dobbiamo adottare per guarire le malattie della società in cui viviamo”. “Vorremmo quindi affidare alla nostra Mamma Celeste, nel giorno che ci apprestiamo a ricordare le apparizioni di Lourdes, ogni persona che soffre nella mente, nel corpo e nello spirito. Desideriamo affidare a Maria Santissima anche ognuno di noi – conclude Nuovi Orizzonti -, perché possiamo prendere a modello il Buon Samaritano, e siamo capaci di rallentare il nostro passo e soccorrere i viandanti in difficoltà lungo il cammino della nostra vita”.

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