Giornata del malato: Teramo, domani un convegno nella Biblioteca diocesana, domenica in duomo la messa celebrata dal vescovo

Domenica 11 febbraio si celebra la XXXII Giornata mondiale del malato. Per l’occasione l’Ufficio per la pastorale della salute della diocesi di Teramo-Atri propone domani, sabato 10 febbraio, a partire dalle ore 9, nella Biblioteca diocesana di via San Berardo numero 22 a Teramo, un seminario di studio sul tema scelto per il 2024 da Papa Francesco: “‘Non è bene che l’uomo sia solo’. Curare il malato curando le relazioni”. Il seminario vedrà la partecipazione di numerosi medici, studiosi ed esponenti del mondo del volontariato. Le conclusioni saranno affidate al vescovo Lorenzo Leuzzi, che domenica 11 febbraio presiederà alle ore 19 la santa messa nel duomo di Teramo.
Tra i moderatori del seminario in programma domani ci sarà Claudio Di Bartolomeo, direttore dell’Hospice presso l’Ospedale di Teramo, che introduce così i temi che saranno affrontati: “L’11 febbraio la Chiesa celebra in tutto il mondo la Giornata del malato. Una data significativa che coincide con il giorno in cui nel 1858 a Lourdes la Madonna apparve per la prima volta alla giovane Bernadette. A istituire questa festa nel 1993 fu San Giovanni Paolo II, il Pontefice che ha vissuto concretamente e mostrato al mondo il significato teologico della sofferenza dovuta alla malattia. La malattia fa parte della nostra esperienza umana. Ma essa può diventare disumana se è vissuta nell’isolamento e nell’abbandono, se non è accompagnata dalla cura e dalla compassione”.
“Bisogna ricordare – aggiunge il dottore – che non sempre l’attenzione alla persona cresce con la tecnicizzazione della medicina, che è sempre più concentrata sull’azione tecnica del ‘curare’ la malattia senza un approccio olistico alla persona. Questo non può bastare. Occorre investire sul ‘prendersi cura’ anche del mondo affettivo, relazionale, psicologico e spirituale del paziente. Oggi corriamo il rischio, peraltro non così raro, di ‘curare’ senza ‘prendersi cura’. Il convegno ha lo scopo di far riflettere sulla componente relazionale della cura. L’operatore sanitario non si deve limitare a prescrivere una terapia tecnicamente corretta ma accompagnare ciò con una giusta dose di empatia ovvero di carità cristiana”.

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