Ucraina: S.B. Shevchuk su missione Zuppi a Pechino, “molto importante. Cina è un grande giocatore geo-politico”

(Foto SIR)

“La missione del card. Zuppi a Pechino è molto importante perché la Cina è un grande giocatore geopolitico che ha dichiarato sempre di essere disposto a collaborare per la pace”. Lo ha detto Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, Capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, ai giornalisti commentando la missione di pace che il card. Matteo Zuppi sta compiendo in questi giorni in Cina, dopo le tappe a Kiev, Mosca e Washington.  “E’ un chiaro segno che il Papa non si rassegna alla guerra”, ha osservato l’arcivescovo maggiore dei greco-cattolici ucraini. “La Santa Sede e il Santo Padre non sono indifferenti a quello che sta succedendo nel nostro Paese e stanno cercando tutte le possibilità per far cessare questa guerra insensata e deicida”. Sua Beatitudine ha quindi espresso la sua gratitudine alla diplomazia vaticana e riferendosi in particolare a questa ultima tappa a Pechino, ha aggiunto: “Questa missione del card. Zuppi apre gli altri percorsi”. “La sua visita in Ucraina – ricorda Shevchuk –  è stata veramente importante. Tutto quello che abbiamo messo nelle sue mani, lui lo ha portato a Mosca: la questione dei bambini ma anche l’elenco dei tanti civili ucraini rapiti, torturati, scomparsi a causa dell’aggressione russa”. La missione a Mosca, il colloquio con il presidente Usa Bidem e ora a Pechino: “sono tutti segni di speranza. Accompagniamo il card. Zuppi con le nostre preghiere”. Alle diverse domande su cosa è “pace giusta” per l’Ucraina, Sua Beatitudine ha risposto che la parola pace viene spesso “mutilata”. “Può avere tanti significati ma per gli ucraini vuol dire sopravvivenza. Se una pace non collabora alla sopravvivenza di un popolo, questa pace non è vera. Se questa pace non dura, vuol dire che è una tregua”. Pace non è “resa incondizionata”. Shevchuk esprime apprezzamento sulle definizioni che il card. Zuppi ha dato alla parola pace quando ha parlato di “pace giusta” e “sicura”. Di una pace – aggiunge – che “rispetta i principi morali e della legge internazionale”, che ha le fondamenta per “durare nel tempo”. Ma poi ha concluso: “La pace non è un calcolo umano, non è una tregua o un accordo diplomatico. La pace è un dono di Dio, quella pace che Gesù ci dona come un soffio del Risorto, come armonia dove nessuno è superfluo, dove ognuno ha diritto all’esistenza. Noi invochiamo questa pace ogni giorno”.

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