Regno Unito: sui giornali il fallimento della politica migratoria. Dubbi sulla Brexit. I media conservatori danno spazio al laburista Starmer

La notizia occupa le prime pagine di tutti i giornali britannici e apre i siti. Oggi il leader laburista Keir Starmer, che tutti i sondaggi danno come il prossimo premier britannico, alle elezioni generali del 2024, va a La Hague a incontrare i leader di Europol, l’Agenzia Ue per la cooperazione tra le forze di polizia. Proporrà loro un accordo di condivisione di intelligence in tempo reale e l’avvio di una nuova unità di polizia per combattere le gang dei trafficanti di migranti. Starmer scrive su questo tema per il vendutissimo tabloid “Sun” e viene intervistato dal “Times”, due giornali da sempre conservatori ed euroscettici, che danno spazio all’opposizione e alla possibilità che la Gran Bretagna faccia un altro riavvicinamento all’Unione europea. È il fallimento della politica migratoria del premier Rishi Sunak. Starmer spiega, cifre alla mano, che il piano di deportazione dei richiedenti asilo in Rwanda è costato al contribuente 140 milioni di sterline, oltre 162 milioni di euro, senza che nessuno sia mai partito per il Paese africano. Per non parlare della chiatta Bibby Stockholm sulla quale non è mai salito nessuno. Soprattutto il leader laburista vuole collaborare più da vicino con la Ue, dimostrando, ancora una volta, il fallimento della Brexit.
I Tories più euroscettici l’hanno subito accusato di voler disfare il risultato del referendum del 23 giugno 2016. Eppure la Gran Bretagna sembra non avere scelta. Si tratti dell’accordo di Windsor o nel rientro dei programmi europei “Horizon” e “Copernicus”, negoziati dallo stesso premier Sunak, il futuro sta in quel mercato europeo abbandonato il 31 dicembre 2020. È vero che esiste l’accordo post Brexit con la Ue su scambio di criminali e consegna di trafficanti, ma è stata la stessa polizia britannica a dichiarare che l’accordo europeo di Schengen funziona meglio. Senza l’Europa il governo conservatore, che aveva ottenuto la Brexit promettendo di chiudere le frontiere, si ritrova con oltre 52.000 migranti illegali arrivati nel 2022, quattro volte la cifra del 2018.

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