Diocesi: card. Cantoni (Como), “una vita in solitudine è una vita a metà”. “La nostra città ha bisogno di più amicizia”

“Mai più soli! La profezia dell’amicizia per una Città più umana” è il titolo del messaggio rivolto ieri sera dal card. Oscar Cantoni, vescovo di Como, alla città e alla diocesi a conclusione dei primi vespri in onore del patrono sant’Abbondio di cui oggi ricorre la memoria liturgica.
“Una fraternità e un’amicizia che abbraccia ogni popolo e cultura, attraversa i confini e le etnie e raggiunge tutti. I giovani ci dicono così che il sogno della pace non è un sogno impossibile!”, ha esordito il presule richiamando la recentissima esperienza della Gmg a Lisbona dove si è sperimentato “la verità di un Amore che raggiunge ogni persona e dall’intimo di ogni cuore si apre ad un orizzonte universale”. Sul territorio di Como, ha invece affermato Cantoni, “raccolgo un segnale preoccupante di crescente e diffusa solitudine, rispetto al quale occorre farci più attenti per cercare insieme di trovarne i rimedi”. Di qui un monito: “Vigiliamo e aiutiamoci affinché la solitudine e l’indifferenza non si diffondano”, e il richiamo alla triste circostanza, “accaduta più volte negli ultimi tempi, di persone che muoiono nella più completa solitudine e della cui assenza ci si accorge solo dopo tanti giorni”, alla solitudine “degli anziani e degli ammalati”, a quella di “alcuni giovani che trascorrono soli le loro giornate, chiusi nelle proprie camere, fino a separarsi da ogni realtà sociale”. E ancora: la solitudine dei migranti “che facciamo fatica ad accogliere”, di “tante famiglie” in difficoltà, dei carcerati e dei senza dimora. “Una vita in solitudine è una vita a metà”, il monito di Cantoni che aggiunge: “La nostra città ha bisogno di più amicizia”. Riconoscendo l’esistenza sul territorio di realtà aperte agli altri (parrocchie, oratori, famiglie, scuole), il presule lanca un appello a tutti: “A noi cittadini, perché possiamo accrescere e approfondire la trama delle nostre relazioni e amicizie”; a chi ha responsabilità pubbliche e amministrative affinché promuova opportunità di “relazioni, incontro tra le generazioni, occasioni di socialità e di cultura”. Infine ai cristiani “perché con più convinzione e impegno possiamo testimoniare Cristo, l’Amico per eccellenza, e sprigionare la forza trasformante del suo Vangelo”. Insomma “tutti concittadini, chiamati a condividere un unico spazio di vita e di impegno, dove sperimentare un’amicizia reciproca e un’umanità più grande”.

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