Migrazioni: San Salvador, riuniti rappresentanti vaticani e degli episcopati di Nord e Centro America, Messico e Caraibi. “Fenomeno in aumento”

(Foto: Celam)

“Liberi di scegliere se migrare o restare”. Con questo titolo, i rappresentanti delle Conferenze episcopali dell’America centrale, del Messico, del Nord America e dei Caraibi, insieme al Dicastero vaticano per il Servizio dello sviluppo umano integrale, stanno analizzando gli scenari migratori con un incontro internazionale che si concluderà oggi a San Salvador. Gli organizzatori di questo evento, accompagnati dall’Osservatorio socio-pastorale della mobilità umana in Mesoamerica e nei Caraibi (Osmeca), hanno sottolineato che i corridoi esistenti – con le loro crisi di fondo – hanno come destinazione principale gli Stati Uniti (e sempre più anche il Messico e il Canada) e utilizzano il Messico come territorio di transito, per cui i corridoi e le rotte si mescolano nella regione.
Questa dinamica ha prodotto “un aumento sostanziale del numero di migranti e richiedenti asilo”, per cui “nuovi gruppi, sia dalla regione sia da fuori regione, si sono aggiunti e hanno costantemente modellato i profili di una mobilità sempre più eterogenea in condizioni di crescente vulnerabilità. Queste altre migrazioni hanno origine sia nei Paesi settentrionali dell’America Centrale – Guatemala, El Salvador, Honduras e Nicaragua con il fenomeno delle carovane di migranti -, sia nei Paesi caraibici che latinoamericani”. Per le delegazioni delle Conferenze episcopali, le cause principali delle migrazioni sono la disuguaglianza e la povertà nei Paesi d’origine, insieme alla disoccupazione, all’assenza di servizi di base come l’istruzione, la sanità e l’acqua potabile, alla crescente insicurezza alimentare, al degrado ambientale, alla violenza contro i bambini e le donne e all’emarginazione delle comunità indigene.
Tra le cause della cresce migrazioni, è stato sottolineato, c’è l’aumento dei “conflitti politici, l’indebolimento delle istituzioni statali a causa di tendenze autoritarie e dittatoriali, l’aumento della corruzione e dell’insicurezza pubblica”. In particolare, sono stati citati i casi di Haiti e Nicaragua, ma anche la corruzione e la carente attenzione ai diritti umani che si vivono in El Salvador, Guatemala e Honduras.
Il corridoio Centroamerica-Messico è il più grande e il più critico del mondo, è stato affermato, sulla base dei dati raccolti. Tra il 2000 e il 2020, la percentuale di migranti internazionali residenti in Messico è aumentata del 72%. I migranti venezuelani hanno soppiantato i migranti provenienti dall’America centrale come primo gruppo intercettato dalle autorità messicane nel 2022. 127.687 persone hanno attraversato la pericolosa giungla del Darién, al confine tra Colombia e Panama, nei primi quattro mesi del 2023, rispetto alle 19.925 dello stesso periodo del 2022, con una crescita del 640%.

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