Centrafrica: padre Urbani, “scenario simile al Sudan, lotta per il potere tra rivali”

Al confine con il Sudan, il popolo della Repubblica Centrafricana vive con grande apprensione la guerra in corso alle sue porte. L’instabilità interna e la presenza dei mercenari russi rischiano di far saltare anche il Paese guidato in modo conflittuale da Faustin Touadéra. La redazione di “Popoli e Missione” ne ha parlato con padre Arialdo Urbani che vive nella missione di Niem, in Centrafrica e che il mese scorso ha subito un pericoloso incidente saltando su una mina. “È la seconda volta che vengo colpito da una mina: la prima capitò nel 2021 mentre stavo tornando verso la nostra missione nel Centrafrica, dopo aver visitato una scuola che i mercenari russi avevano devastato”. Il missionario betharramita di 83 anni il 16 aprile scorso è incappato in una delle migliaia di ordigni inesplosi disseminati nel terreno, stavolta lungo la strada che va da Bogbatoyo a Niem.
La precarietà politica dell’intera regione africana è seriamente a rischio: in entrambi i Paesi la conflittualità interna è potenziata dalla presenza del gruppo Wagner, emanazione diretta del Cremlino. Nella Repubblica Centrafricana del presidente Touadéra le persone rischiano la vita ogni giorno. “L’attuale presidente – spiega padre Arialdo – vuole restare al potere e sta cercando in ogni modo di modificare la Costituzione. Per questo ha ingaggiato i mercenari russi, affinché lo difendano contro il suo predecessore, il quale, sostenuto dai ribelli, vuole tornare al potere”. Qui il servizio.

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