Papa Francesco: udienza, “non dobbiamo aver paura del dialogo”, “stare nei crocevia dell’oggi, per non ridurre la Chiesa a una setta”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Non dobbiamo aver paura del dialogo: anzi è proprio il confronto e la critica che ci aiuta a preservare la teologia dal trasformarsi in ideologia”. A ribadirlo è il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi in Aula Paolo VI, letta da mons. Filippo Ciampanelli, della Segreteria di Stato. “Occorre stare nei crocevia dell’oggi”, l’invito di Francesco: “Uscire da essi significherebbe impoverire il Vangelo e ridurre la Chiesa a una setta. Frequentarli, invece, aiuta noi cristiani a comprendere in modo rinnovato le ragioni della nostra speranza, per estrarre e condividere dal tesoro della fede cose nuove e cose antiche”. Per il Papa, “si può annunciare Gesù solo abitando la cultura del proprio tempo. Non serve contrapporre all’oggi visioni alternative provenienti dal passato. Nemmeno basta ribadire semplicemente delle convinzioni religiose acquisite che, per quanto vere, diventano astratte col passare del tempo”. “Una verità non diventa più credibile perché si alza la voce nel dirla, ma perché viene testimoniata con la vita”, la tesi di Francesco, secondo il quale “lo zelo apostolico non è mai semplice ripetizione di uno stile acquisito, ma testimonianza che il Vangelo è vivo oggi qui per noi”. “Coscienti di questo, guardiamo dunque alla nostra epoca e alla nostra cultura come a un dono”, l’indicazione di rotta: “Esse sono nostre ed evangelizzarle non significa giudicarle da lontano, nemmeno stare su un balcone a gridare il nome di Gesù, ma scendere per strada, andare nei luoghi dove si vive, frequentare gli spazi dove si soffre, si lavora, si studia e si riflette, abitare i crocevia in cui gli esseri umani condividono ciò che ha senso per la loro vita. Significa essere, come Chiesa, fermento di dialogo, di incontro, di unità. Del resto, le nostre stesse formulazioni di fede sono frutto di un dialogo e di un incontro tra culture, comunità e istanze differenti”. “Più che voler riconvertire il mondo d’oggi, ci serve convertire la pastorale perché incarni meglio il Vangelo nell’oggi”, conclude Francesco: “Facciamo nostro il desiderio di Gesù: aiutare i compagni di viaggio a non smarrire il desiderio di Dio, per aprire il cuore a Lui e trovare il solo che, oggi e sempre, dona pace e gioia all’uomo”.

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