Violenza sulle donne: Policlinico Gemelli; nasce Rivige, il Comitato multidisciplinare per intervenire e sensibilizzare

Si chiama Rivige (Risposta alla Violenza di Genere), ed è il Comitato natoa Roma, presso il Policlinico universitario A. Gemelli Irccs, a pochi mesi dall’apertura del Centro antiviolenza Sos Lei presso il Pronto Soccorso dell’ospedale con l’intento di offrire un servizio dedicato a tutte le donne che subiscono violenza e maltrattamenti grazie alla collaborazione dell’Associazione Assolei e realizzato con il sostegno non condizionato di WindTre.
Rivige è stato presentato in occasione del meeting a più voci intitolato “Violenza di genere: cogliere per tempo i segnali” che si è tenuto ieri al Gemelli, nell’ambito delle iniziative dedicate alla Giornata internazionale per il contrasto alla violenza di genere che ricorre oggi.
Il Comitato, di cui fanno parte diversi esperti del Gemelli, è nato per portare avanti attività di intervento ma anche di prevenzione della violenza a tutto tondo, da una parte opera sulla rielaborazione delle procedure interne dedicate alla gestione dei casi di violenza di genere, sessuale e abuso sui minori e sulla formazione del personale affinché ogni professionista sia in grado di fornire le giuste risposte alle donne che vittime di violenza accedono alle cure del Policlinico, dall’altra persegue un obiettivo di lungo termine, sensibilizzando ed educando sul tema.
“Il percorso iniziato lo scorso anno con i corsi di formazione del personale di Pronto Soccorso- afferma Francesca Giansante, responsabile del servizio sociale e membro del Comitato Rivige del Gemelli – a seguito della successiva apertura del Centro antiviolenza Sos, oggi ci chiede di fare un passo in più nella direzione della prevenzione: parlare di violenza di genere, formare e informare su questa emergenza” affinché “anche in un luogo come l’ospedale, dove generalmente si offre sostegno a donne che vivono un momento di acuzie legato alla violenza subita, le vittime possano trovare un ambiente capace non solo di garantire cure sanitarie e strumenti operativi dedicati ma anche supporto emotivo ed orientamento verso i percorsi di fuoriuscita dalla violenza”.

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