Festival Dottrina sociale: don Beghin (Fondazione Toniolo), “che tipo di liberà è quella che invoca il ‘diritto a morire’?”

(da Verona) “Che tipo di liberà è quella che invoca il ‘diritto a morire’?”. Questo l’interrogativo posto da don Renzo Beghini, presidente della Fondazione Toniolo di Verona e docente alla Facoltà Teologica del Triveneto e all’Università Cattolica di Milano, intervenendo al panel “Aiutare a vivere o a morire? Dalla parte dei più fragili con assistenza domiciliare e cure palliative” nella seconda giornata della XIII edizione del Festival della Dottrina sociale della Chiesa che si terrà fino al 26 novembre presso il Palaexpo Verona Fiere sul tema “Socialmente liberi”.
Il tema del fine vita, ha spiegato, “poiché riguarda la vulnerabilità e la sofferenza delle persone, merita un grande rispetto e una grande attenzione. Bisogna affrontarlo sempre in punta di piedi, non in forma ideologica”. Il sacerdote ha poi chiesto: “Può dirsi accresciuta la libertà di una persona alla quale per esaudirla si toglie la vita?”. “Ritengo che vada respinto il principio per il quale la richiesta del morire debba essere accolta per il solo motivo che proviene dalla libertà del soggetto”, la risposta di don Beghin. “Questa – ha continuato – è davvero una libertà umana?”. “Se fosse così – ha osservato – non ci sarebbe ragione per prevenire o impedire il suicidio di alcuno, anche quello di chi per un successo scolastico o affettivo volessi togliersi la vita”. Secondo il sacerdote, inoltre, “porre la scelta tra eutanasia e accanimento terapeutico è una mistificazione”. In un contesto nel quale, se si facesse un sondaggio, su questi temi il “polso” del Paese è favorevole al “diritto a morire”, don Beghin ha sottolineato l’importanza – nelle situazioni di fine vita – dell’accompagnamento, della relazione, della vicinanza. “Abbiamo strutturalmente una libertà relata”, ha commentato, ricordando che “non siamo di fronte ad uno scaffale del supermercato ma a delle persone. Siamo unici e non semplicemente uguali: la libertà ci fa uguali davanti allo scaffale, le relazioni ci rendono unici”.

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