Festival Dottrina sociale: don Ravagnani, “rompere la dicotomia tra reale e virtuale. Occorre essere responsabili di quello che facciamo sui social”

(da Verona) “Occorre rompere la dicotomia tra reale e virtuale. Il virtuale sta nella realtà e quindi occorre agire da un punto di vista educativo dappertutto, fuori dai social e dentro i social. Questo devono farlo le istituzioni, facendo delle scelte. Non si può dare in mano i social network qualunque ad un ragazzo al di sotto di una certa età: è un pericolo per la sua crescita”. Lo ha affermato questa mattina don Alberto Ravagnani, sacerdote influencer e vicario parrocchiale nella chiesa di San Gottardo al Corso a Milano, nell’incontro “La responsabilità di scelte libere: giovani e social alleati per una pienezza di vita” che avuto con ragazzi e adolescenti nell’ambito della seconda giornata della XIII edizione del Festival della Dottrina sociale della Chiesa che si terrà fino al 26 novembre presso il Palaexpo Verona Fiere sul tema “Socialmente liberi”.
“Io sono un sacerdote e uso i social per essere prete in una maniera migliore, oggi più integrata dentro la realtà”, ha raccontato. “La Chiesa vive nella realtà e la realtà è anche digitale e virtuale”, ha proseguito don Ravagnani: “Stando sui social sono stato avvicinato da tantissime persone, tantissimi ragazzi che hanno scritto. Poi queste relazioni virtuali sono diventate concrete perché tanti sono venuti a trovarmi. E con me hanno incontrato anche i ragazzi che mi ruotavano attorno in oratorio. Sono nati rapporti veri e le persone tornate a casa hanno raccontato ad altri, in carne ed ossa, quello che hanno vissuto”. Da un contatto “virtuale” poi “sono nate veramente nuove relazioni, nuove iniziative e una rete di fraternità che unisce ragazze da ogni parte d’Italia”. “Il virtuale oggi vive nella realtà, la realtà è anche virtuale”, ha osservato il sacerdote, secondo cui “imparare a stare nella realtà che è anche virtuale è imprescindibile, occorre essere responsabili di quello che facciamo sui social perché ne va della nostra identità e ne va del bene della società”. “Questo – ha ammonito – non si può imparare solamente sui social; certo, sui social ci sono problemi, difficoltà, ma non possiamo imputare ai social tutta la responsabilità; bisogna educare le persone in famiglia, negli oratori, nelle scuole, aiutare la gente a parlarsi di persona, a rispettarsi sui banchi di una classe”. Don Ravagnani ha poi evidenziato che “siamo tutti responsabili di rendere il mondo più bello; siamo chiamati a rendere gli ambienti, le strade, le piazze, i cortili più belli raccogliendo la spazzatura, evitando di imbrattare e abbellendoli per quello che possiamo. Questo lo dobbiamo fare anche sui social lasciando commenti positivi, dando spazio, condividendo storie belle, evitando di inquinare l’ambiente con i nostri vizi, i nostri problemi, i nostri limiti”.

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