America Latina: iniziato ieri il congresso dei religiosi e religiose riuniti nella Clar, sul tema della “cura”

È iniziato ieri il IV Congresso della Confederazione latinoamericana e dei Caraibi dei religiosi e delle religiose (Clar) con il motto “Vita religiosa, artigiana della cura”. La sede dell’Universidad de la Salle, a Bogotá, ha accolto 500 partecipanti provenienti da tutte le Americhe e, virtualmente, 300 persone si sono collegate per discernere sulla cultura della cura, basata su quelle che sono state chiamate le sette “C”: cura, creazione, compassione, comunità, contemplazione, comunicazione, celebrazione. Suor Gloria Liliana Franco, presidente della Clar, in apertura, ha ringraziato gli oltre 800 partecipanti per “la loro presenza fisica e virtuale”, e ha aggiunto: “Poiché siamo così, così fragili, così vulnerabili, così peccatori, e poiché le nostre strutture hanno bisogno di essere rinnovate, abbiamo bisogno di guardare a Gesù, di contemplarlo come Servo, di imparare il suo modo di essere e di stare, di servire e di esercitare l’autorità”. La compassione non può dipendere sensibilità, ma deve essere la conseguenza di scelte. Dalla nostra scelta di seguire Gesù e di lavorare per il Regno”, ha detto. A partire da questa opzione, sarà “necessario tessere nuovi stili di relazione, meno invasivi, più dignitosi; meno iperprotettivi, più capaci di responsabilizzare e far emergere il meglio degli altri”. La compassione, nello stile di Gesù, implica un impegno di solidarietà con le sofferenze della storia. Essa “deve portarci ad abbracciare la vulnerabilità, la nostra, quella di chi ci circonda, quella dei sistemi relazionali in cui si genera l’incontro. Il mondo e la terra di oggi richiedono occhi aperti, capaci di cogliere contemplativamente le situazioni concrete di sofferenza vissute dagli altri”. In mezzo a realtà e contesti in cui aumentano il razzismo, la xenofobia, le frontiere e i nazionalismi escludenti, l’arte della cura “ci porta a unirci per sognare insieme, per rendere possibile la filigrana della cura dell’essenziale”. Vale a dire, un “ecosistema della cura è il comune”, perciò “è imperativo che ci sforziamo di camminare insieme, in sinodalità, come dice il Papa: abbiamo bisogno di una comunità che ci sostenga”.
“La cura delle persone e del creato con affetto, generosa dedizione e audacia è nel cuore della missione di Gesù e di conseguenza deve essere nel cuore della missione dalla Clar”, ha affermato mons. Lizardo Estrada, segretario generale del Consiglio episcopale latinoamericano e dei Caraibi (Celam) nel suo saluto.

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