Diocesi: mons. Carta (Sassari) “assemblea diocesana importante per riprogrammare il nostro modo di essere Chiesa”

Si è svolta ieri a Sassari l’Assemblea ecclesiale diocesana, convocata per riflettere sul “cantiere della sinodalità”. Presenti all’appuntamento, secondo quanto riferisce oggi la stessa diocesi, i parroci, i religiosi e le religiose, le aggregazioni laicali dell’intero territorio diocesano. L’appuntamento è stato aperto dal Vicario generale mons. Antonio Tamponi con una riflessione introduttiva basata su un brano dell’Evangelii Gaudium di Papa Francesco. Dopo un breve intervento di Bernardetta Nieddu, referente diocesana per il cammino diocesano, ha preso la parola l’arcivescovo Gian Franco Saba che ha spiegato come l’assemblea non sia “un semplice ritrovo tra conoscenti, ma un incontro tra persone della stessa famiglia che vogliono camminare insieme, un momento ecclesiale importante in cui si riprogramma il nostro modo di essere Chiesa e nell’ambito del quale ogni parrocchia deve diventare un cantiere e chiedersi, interrogarsi su quel vuole essere la destinazione. L’Assemblea ecclesiale per noi è un momento di autoconsapevolezza rinnovata, di sosta ai piedi del Maestro”. Per Pierpaolo Triani, docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e membro del gruppo di lavoro della segreteria del cammino sinodale delle Chiese in Italia, “questo è un momento prezioso per la Chiesa di Sassari e per tutte le Chiese che sono in Italia. Come sapete il cammino sinodale è diviso in tre fasi: narrativa, sapienziale e profetica. Al momento siamo nella prima fase, quella narrativa, dove l’atteggiamento fondamentale è quello dell’ascolto. La Chiesa italiana ha scelto di dedicare due anni a questa fase. È una scelta che va controcorrente, perché in un contesto storico in cui occorre fare tutto di corsa, la Chiesa ha preferito adottare un tempo lento per andare in profondità. La caratteristica di questa prima fase che vogliamo sperimentare anche quest’anno è pertanto quella dell’ascoltarci profondamente, passando dalla prospettiva dell’io alla prospettiva del noi. Ecco perché il primo cantiere nel quale saremo impegnati è quello dell’ascolto reciproco”. Il vicario per la pastorale, mons. Marco Carta ha poi presentato i quattro “cantieri” che impegneranno la Chiesa turritana in questo anno pastorale: il terreno comune avrà come base la cultura, l’educazione e la formazione. Si cercherà quindi di promuovere incontri e dialoghi “tra la soglia e il focolare” partendo dal basso, dalla vita concreta delle persone, per favorire l’incontro tra il Vangelo e la cultura. Al termine dell’incontro l’Arcivescovo ha preso la parola per ringraziare tutti e sottolineare una presenza in particolare: quella del Padre generale della Piccola Casa del Cottolengo di Torino, don Carmine Arice, giunto a Sassari insieme ad altri due sacerdoti. “La loro partecipazione oggi è il segno di un dialogo avviato dalla nostre Chiesa per promuovere la presenza dei Padri del Cottolengo in città e nella diocesi”.

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