Aggressione a Francesco Coco: mons. Panzetta (Crotone), “vicinanza e preghiera per vittima e condanna del vile atto. Costruiamo il bene comune”

“La vicinanza e la preghiera mia e dell’intera arcidiocesi” è stata espressa da mons. Angelo Raffaele Panzetta, arcivescovo di Crotone-Severina, a Francesco Coco, già sindaco di Roccabernarda, “dopo il preoccupante fatto di aggressione” subito nella notte tra sabato e domenica, quando l’ex primo cittadino del borgo crotonese è stato aggredito e pestato a sangue nel cortile della sua abitazione. “Ci auguriamo che il signor Francesco possa rimettersi presto, così da poter ritornare all’affetto dei suoi cari ed a svolgere con rinnovato impegno e passione il servizio civico così prezioso ed importante di cui ha dato prova nella sua lunga carriera lavorativa e politica”, ha scritto mons. Panzetta. “Intendiamo unirci alle molteplici voci di vicinanza e di stima che si sono levate in queste ore da tutto il territorio crotonese e nazionale così come facciamo nostre le preoccupazioni ed il biasimo per quanto accaduto”. “Come pastore di questa comunità – evidenzia il presule – vorrei incoraggiare le donne e gli uomini di Roccabernarda a continuare ad impegnarsi per estirpare il germe della violenza. Non possiamo fare finta di niente! Non possiamo lasciare che questa inquietante vicenda cada nel dimenticatoio senza averne compreso il reale movente, gli esecutori ed i mandanti”. L’arcivescovo, mentre confida “nel lavoro esperto degli inquirenti e della magistratura”, incoraggia “chiunque abbia informazioni utili alle indagini a collaborare con gli inquirenti, consapevoli che, se vogliamo che simili atti non si ripetano più, è necessario che ciascuno di noi collabori a che la legge, che regola la nostra convivenza civile e democratica, possa fare il suo corso nelle forme previste dalla nostra Costituzione repubblicana”. Mons. Panzetta, nella sua lettera, sottolinea che “non ignoriamo il fatto che ogni manifestazione di violenza nasconda un disagio che, purtroppo, nelle nostre comunità, è aggravato ulteriormente dalla terribile piaga della ‘ndrangheta così pervasiva e asfissiante in tutta la provincia”. Pertanto “mentre condanniamo fermamente questo vile atto, ci sentiamo, altresì, di invitare l’intera comunità civile e religiosa di Roccabernarda, in tutte le molteplici articolazioni di cui sappiamo essere ricca (scuola, associazioni, partiti politici), a promuovere un tessuto di relazioni sempre più sano, improntato maggiormente all’ascolto sincero di tutte le povertà, alla collaborazione leale in vista della realizzazione del bene comune e alla legalità come misura minima per costruire una civiltà dell’amore”.

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