Pasqua: mons. Palletti (La Spezia), “siamo chiamati a diventare ogni giorno sempre più artigiani di pace”

“Siamo chiamati a diventare ogni giorno sempre più “artigiani di pace”. Proprio il Signore risorto, lasciandoci il dono della pace, ha consegnato ai suoi discepoli il dono dello Spirito Santo e, in quello stesso Spirito, il seme di una vita nuova nella luce del Vangelo, da vivere nella verità, nella misericordia e nella testimonianza fattiva, perché l’inopportuno silenzio non diventi connivenza e il legittimo desiderio di giustizia non si muti in vendetta”. Lo afferma il vescovo di La Spezia-Sarzana-Brugnato, mons. Luigi Ernesto Palletti, nel messaggio che ha inviato alla diocesi per le festività pasquali.
Ricordando che “il Cristo Crocifisso e risorto è il cuore della nostra fede e della nostra salvezza”, il vescovo osserva che “questi giorni della nostra storia, in questo momento di luce pasquale, vengono segnati dalla presenza di drammatici avvenimenti di morte”. “Oltre al flusso di migranti ed alle situazioni di nuove povertà materiali e spirituali, che si affacciano sempre nuove ogni giorno, dobbiamo registrare infatti anche l’insorgere di un nuovo scenario di guerra che si pensava di non dover mai più vedere”, spiega mons. Palletti, ammonendo: “Nella luce della Pasqua non possiamo rimanere indifferenti”. “Veramente significativa è stata la risposta solidale a tanti appelli e a tanta sofferenza sia con l’invio di beni di prima necessità, sia con l’accoglienza dei rifugiati. La solidarietà sta segnando in modo concreto l’agire di molti, e questo seme fecondo permette di lenire le sofferenze di tanti nostri fratelli e sorelle. Ma è necessario perseverare”, l’esortazione del vescovo: “Come credenti non possiamo dimenticare che la pace vera, quella che tocca e modella il cuore dell’uomo, è dono di Dio. Dono che dev’essere invocato e accolto. Purtroppo non sempre sappiamo custodirlo e alimentarlo convenientemente. Di qui la necessità di ritrovare in modo autentico la forza della preghiera semplice e perseverante”. “Inoltre – aggiunge – dobbiamo saper rileggere le nostre relazioni, avere il coraggio di chiamare le cose, gli eventi con il loro vero nome, per vivere all’interno della storia senza lasciarsi travolgere dalla tentazione della fuga in mondi virtuali”. “Ancora una volta – continua mons. Palletti – siamo chiamati a riflettere sul bene della pace, di una pace che si fondi sulla solidarietà, sulla giustizia, sulla verità, sul rispetto autentico gli uni degli altri, sulla custodia del creato. Siamo chiamati a comprendere con sempre maggiore urgenza quanto la vita di ognuno di noi sia legata a quella degli altri. Le relazioni, la comunione, il camminare insieme sono parti essenziali della nostra umanità”.

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