Ucraina: ordinazione episcopale ieri a Kiev del nuovo vescovo ausiliare di Donetsk, mons. Maksym Ryabukha. Il ricordo e la preghiera per i due padri redentoristi ancora prigionieri

Mons. Maksym Ryabukha, vescovo ausiliare di Donetsk (Foto Ugcc)

“Rivolgo un ringraziamento speciale alla mia nuova famiglia nell’Ucraina orientale. Alla Regione di Donetsk e di Luhansk, alle regioni di Zaporizhia e Dnipropetrovsk, che soffrono gli orrori della guerra… Voglio essere al vostro fianco in tutto, consapevole che il Venerdì Santo non è la fine del piano di salvezza di Dio. Guardo con voi alla quieta alba della Resurrezione. Nei Santi Misteri troveremo sostegno, nell’esperienza comunitaria sentiremo la forza della famiglia cristiana, nella preghiera e nel lavoro vedremo gli enormi frutti della grazia di Dio”. Lo ha detto ieri, giovedì 22 dicembre, mons. Maksym Ryabukha, neo eletto vescovo ausiliare dell’Esarcato arcivescovile di Donetsk, nel Donbass, al termine della Divina Liturgia per la sua ordinazione episcopale, avvenuta nella Cattedrale Patriarcale della Resurrezione di Cristo a Kiev. All’ordinazione hanno partecipato vescovi e sacerdoti provenienti da tutto il Paese. La Liturgia è stata presieduta da Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, che rivolgendosi al neo-vescovo, ha detto: “Caro Vescovo Maxim, oggi lo Spirito Santo ti unge perché dove c’è il più grande dolore, la più grande oscurità, tu possa portare la parola della buona novella del Vangelo di Cristo, perché tu possa versare balsamo santificante sulle ferite di coloro che oggi soffrono per la mancanza di tutto. Dona loro speranza, annuncia loro la parola del Divino Vangelo di Cristo e la sua speranza, sii portatore di questa forza”. Nel sermone, Shevchuk ha ricordato che proprio nell’esarcato di Donetsk, “due dei nostri coraggiosi sacerdoti – i padri Ivan e Bohdan – sono stati fatti prigionieri dagli occupanti russi. Annunciate, portate loro la buona novella della liberazione, e con essa a tutti i fedeli nei territori temporaneamente occupati che attendono che la liberazione di cui oggi sentiamo parlare diventi realtà. È Lui che vi manda a proclamare l’anno di grazia di Dio. Possa Dio concedere che diventi un anno di grazia di Dio, la vittoria della luce di Cristo sulle tenebre, la pace sulla guerra, la gioia sulla tristezza, il potere di Dio sulla debolezza e la bassezza dell’uomo”.

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