Sacerdoti rapiti in Nigeria: Monteduro (Acs), “urgente fermare la piaga dei sequestri e far salire indignazione in Occidente”

“È una caccia all’uomo nell’indifferenza generale”. Non usa mezzi termini Alessandro Monteduro, Direttore di Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs) Italia, nel commentare la notizia del terzo sacerdote cattolico rapito in cinque giorni in Nigeria. L’ultimo ieri pomeriggio lungo la Okpoga-Ojapo Road, nello Stato di Benue. Per Monteduro “Non si tratta di casi isolati: la stima è di circa 30 sequestri da inizio anno. Per ciascuno di loro il silenzio, tutti sono stati considerati non meritevoli di considerazione dalla comunità internazionale, dalla maggior parte dei media occidentali e soprattutto dalle autorità civili, politiche e militari della stessa Nigeria. A urlare il proprio dolore, a chiedere aiuto, è solo la Conferenza episcopale della Nazione”. Estremisti appartenenti all’etnia Fulani, terroristi aderenti a gruppi jihadisti o gruppi criminali interessati al riscatto importa poco. Importa, spiega Monteduro, che “in Nigeria nel 2022 è terribilmente pericoloso professare la propria fede. Importa la sostanziale incapacità, e forse non solo inadeguatezza, delle autorità e istituzioni federali e locali. Importa l’altrettanto sostanziale disinteresse che registriamo in Europa per le sorti di valorosi Ministri di Dio e delle comunità loro affidate. Ora, poiché non possiamo e non dobbiamo considerarlo un fenomeno irreversibile, possiamo far salire in Occidente, in quell’Europa dalle radici cristiane, la nostra indignazione? Forse solleciterà ad agire chi dovrebbe occuparsi della protezione dei nostri fratelli in Nigeria. Certamente – conclude il direttore di Acs Italia – sarà un modo compassionevole per esprimere la nostra vicinanza”.

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