Cammino sinodale: mons. Satriano (Bari-Bitonto), “come credenti e cristiani siamo chiamati a metterci in gioco, tutti”

“Betania sembra rappresentare lo spazio ferito della nostra umanità, tanto cara a Gesù, che ancora oggi interroga le coscienze, provocandoci a saper abitare un tempo difficile e sofferto attraverso cui ritrovare la strada della speranza. Anche noi siamo chiamati a imparare il servizio dell’ascolto entrando a Betania per lasciarci riconsegnare al mistero di questo villaggio, di questa casa dove tornare a ‘tessere’ la vita cristiana, di singoli e di comunità”. Lo scrive mons. Giuseppe Satriano, arcivescovo di Bari-Bitonto, facendo riferimento ai “cantieri”, individuati a livello diocesano e nazionale, nell’esortazione per l’avvio del secondo anno del Cammino sinodale diocesano “Entriamo a Betania. Impariamo il servizio dell’ascolto”.
Il presule avvisa: “Ci attende, dunque, una sfida esaltante, un altro tassello da aggiungere al mosaico che andiamo costruendo attraverso l’incontro con tante sorelle e fratelli che abitano le nostre storie o sono ai margini, realtà imprescindibili a cui guardare”. Parlare di “cantieri”, dunque, “non deve spaventarci, ma aprire il cuore alla consapevolezza che, in questa seconda fase del Cammino sinodale, siamo chiamati a fare dell’ascolto uno sguardo attento e fraterno, capace di penetrare gli inediti piani della Provvidenza. Più che preoccuparci ora dei contenuti dell’annuncio – come molte volte ha indicato il Papa – siamo chiamati a curare innanzitutto le modalità dell’ascolto e dell’incontro con gli altri, lo stile con cui Dio si fa compagno di strada. Non temiamo le contrarietà e le contraddizioni del confronto, ma lasciamoci ridestare a una creatività dello Spirito che, attraverso l’inedito di Dio, segna la storia degli uomini e la apre alla speranza”.
“Mete da raggiungere e percorsi da avviare necessitano del protagonismo di Dio – aggiunge l’arcivescovo -. Non dimentichiamo la nostra identità di cristiani, ovvero di ‘coloro che guardano con fede a Gesù, autore della salvezza e principio di unità e di pace’ (LG 9). Non è facile costruire realtà che ci permettano di passare dai lamenti registrati ai sogni intravisti: ‘Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori’ (sal 126)”.
Di qui l’invito “a partire dalla preghiera”: “Chiedo che ci si possa ritrovare nelle nostre comunità per un’adorazione eucaristica il giovedì 3 novembre”.
“Nessuno, vi prego nessuno, avverta il diritto di resistere a questa stagione di Chiesa – l’esortazione conclusiva -. Come credenti e cristiani siamo chiamati a metterci in gioco, tutti, al di là di ogni visione, più o meno legittima; a ciascuno chiedo, come vostro pastore, di aprire il cuore alla fiducia e alla disponibilità: nella capacità di condividere e sposare le sfide ritroveremo la forza del nostro camminare”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia