Sant’Egidio: incontro interreligioso di Roma. Marco Impagliazzo (presidente), “vogliamo liberare il grido della pace dalla prigionia della guerra”

(Foto Sir)

“Ci sembra opportuno ricordare che la pace è soffocata, non solo in Ucraina ma anche in altri contesti, in Africa, in Medio Oriente, in alcun Paesi dell’America Latina”. Così il presidente della Comunità di Sant’ Egidio Marco Impagliazzo ha spiegato ai giornalisti le ragioni della scelta quest’anno del titolo “Il grido della pace. Religioni e Culture in Dialogo”, per il trentaseiesimo incontro internazionale promosso dalla Comunità di Sant’Egidio nello “spirito di Assisi”, dopo la storica giornata voluta da Giovanni Paolo II nel 1986 “nel cuore della guerra fredda”. “La pace – ha detto Impagliazzo – è soffocata dal grido e dal rumore della guerra perché la guerra non fa altro che riprodurre se stessa, le sue logiche e sembra non lasciare spazio ad altro tipo di discorsi che siano quelli del dialogo o della pace. Quando si è in guerra, la guerra non fa altro che farci parlare di lei. Noi vorremmo liberarci di questa prigionia della guerra che riproduce se stessa e ci influenza in tutte le nostre discussioni e modi di pensare. Ma noi sappiamo per esperienza e alla luce del lavoro che la Sant’Egidio ha fatto in tante parti del mondo, che nella base della società, il grido della pace esiste, è forte, tra le persone, tra i popoli ma spesso non è ascoltato. Per questo, forse anche provocatoriamente, abbiamo voluto dire che la pace ha un grido che deve essere ascoltato e sarà espresso a questo evento”.

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