Lavoro: Acli Treviso su Grafica Veneta, “non accettare passivamente i fatti”

“Lo sconcerto e lo sdegno per la notizia dell’inchiesta sullo sfruttamento del lavoro che ora sta coinvolgendo Grafica Veneta, ma che il mese scorso riguardava braccianti schiavizzati a Cessalto, devono necessariamente trasformarsi in conoscenza e consapevolezza”. Lo afferma il presidente delle Acli Treviso, Alberto Pierobon, segnalando che il problema “riguarda anche il personale di ditte che gestiscono servizi esternalizzati da parte di imprese, esercizi commerciali, trasporti, sanità, assistenza”. La sua attenzione si concentra anche su un aspetto: “Non è una casualità se a essere coinvolte in forme di sfruttamento lavorativo sono soprattutto persone d’origine straniera, più ‘facilmente’ ricattabili a vari livelli”. “La dimensione lavorativa è collegata al titolo di soggiorno in Italia e all’abitare, elementi per nulla secondari nella partita della permanenza nel nostro Paese”. Da Pierobon la richiesta di “azioni di contrasto e controllo”. “Le norme legislative vanno seriamente applicate. Nei tavoli preposti ci sono poi progetti di monitoraggio ed emersione. Oltre a questo, però, servono percorsi e proposte di tutela delle vittime di sfruttamento lavorativo e una azione preventiva di ampia portata, che renda consapevoli tutti di una piaga che non possiamo più relegare solo ad alcune aree del Paese. Non accettare passivamente i fatti”. Ma “promuovere percorsi di approfondimento e progettazioni che sempre più mirino a informare, prevenire, tutelare”.

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