Kosovo: Lama (ex ambasciatrice in Italia), “nuova democrazia e ha bisogno di tempo per stabilizzarsi”. Speranza in amministrazione Biden

“Abbiamo bisogno di una più ampia cooperazione nel panorama politico, soprattutto su alcune questioni di interesse nazionale, come il dialogo con la Serbia, ma anche in relazione al buon governo. Il feroce conflitto politico ci sta danneggiando”. È quanto afferma l’ex ambasciatrice del Kosovo in Italia, Alma Lama, in un’intervista rilasciata all’Osservatorio per la stabilità e sicurezza del Mediterraneo allargato (https://www.ossmediterraneo.com/), realtà nata nel 2018, su impulso del corso di laurea in Scienze politiche internazionali e dell’amministrazione della Lumsa. Il 14 febbraio scorso il Kosovo è andato alle urne per la quarta volta in sei anni, un voto anticipato frutto di una decisione della Corte costituzionale. “Nessuno dei governi riesce a portare a termine il mandato, anche gli ultimi due governi hanno avuto vita molto breve – commenta Lama -. Abbiamo avuto sviluppi drammatici, soprattutto con l’arresto di alcuni capi di Stato da parte del Tribunale speciale, e il panorama politico è stato scosso. Ma è un dato di fatto che dopo la dichiarazione di indipendenza si siano insediati ampi disaccordi tra entità politiche che derivano da malgoverno e mancanza di fiducia reciproca. Il Kosovo è una nuova democrazia e ha ancora bisogno di tempo per stabilizzarsi”. Dalle urne è uscito vincitore, con il 48% dei consensi, il partito di Lëvizja Vetëvendosje, “una  maggioranza significativa” afferma Lama, “ma insufficiente per l’elezione del presidente che richiede i voti dei due terzi dei deputati nell’assemblea. Serve quindi un presidente consensuale, che nasca dall’unificazione della volontà di alcune entità politiche. Finora abbiamo visto che la vincitrice delle elezioni  non ha questa volontà di cooperare, ma vuole eleggere tra le sue fila sia il presidente che il governo”.

Una mancanza di stabilità politica che pesa sia “nel dialogo con la Serbia che sullo sviluppo economico. Un tale ambiente non è attraente per gli investitori stranieri”. Un aiuto potrebbe venire dal rafforzamento delle relazioni con la nuova amministrazione Biden “dopo una spaccatura in una certa misura tra il governo Kurti e l’amministrazione Trump. Attendiamo con impazienza – dice Lama – un maggiore ruolo degli americani nei Balcani e il raggiungimento di un accordo finale con la Serbia, che si concluda con il riconoscimento reciproco”. L’ex ambasciatrice auspica anche che “l’amministrazione Biden, in collaborazione con i paesi dell’Ue, compresa l’Italia, Paese amico, riduca l’influenza russa nella regione, che si infiltra principalmente attraverso la Serbia. È giunto il momento per la Serbia di non poter più mangiare con due cucchiai, sia con la Russia che con l’Occidente. Non dovrebbe essere accarezzata, ma dovrebbe essere chiaro che senza il riconoscimento del Kosovo non ci può essere integrazione nell’Ue”.

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