Trapianti: Cnt, “nell’anno del Covid anche successi e record per midollo ma i nuovi iscritti al Registro Ibmdr sono oltre la metà in meno di quelli del 2019”

“Il calo delle donazioni si è tradotto in una speculare riduzione dei trapianti. Sono stati 3.441 gli interventi effettuati nel 2020, 373 in meno rispetto al 2019 (-9,8%). Di questi, 3.146 sono stati realizzati grazie agli organi di donatori deceduti (-303, ovvero -8,8% rispetto a un anno fa)”. È la fotografia che offre il report 2020 del Centro nazionale trapianti (Cnt), diffuso oggi. Nel dettaglio, “i trapianti di rene sono stati 1.907 (-10,8%), quelli di fegato 1.201 (-7.8%), mentre i trapianti di polmone sono quelli che hanno avuto il calo percentuale più consistente (116, -24,5%); stabili i trapianti di cuore (239, -2,4%) e quelli di pancreas (42, stesso numero dell’anno precedente)”. La regione che ha effettuato più interventi è “la Lombardia (652) seguita da Veneto (557), Piemonte (444) ed Emilia Romagna (391): un risultato significativo dato che i sistemi sanitari di queste realtà sono stati colpiti dall’emergenza fin dalla prima ondata”.
Al conto va aggiunto “il primo trapianto italiano di utero, realizzato con successo a Catania nell’agosto scorso. Si è trattato di uno dei molti successi che hanno segnato il 2020 della trapiantologia italiana, insieme al primo trapianto di polmoni su un paziente Covid effettuato in Europa (a maggio al Policlinico di Milano) e ai primi trapianti al mondo di fegato da donatori a pazienti positivi al coronavirus, avviati grazie a un protocollo varato dal Cnt a dicembre e già arrivati a quota 8”.
L’emergenza sanitaria non ha fermato l’attività di prelievo e trapianto di cellule staminali emopoietiche. La rete dei centri italiani ha messo subito in campo percorsi Covid-free e il Registro dei donatori di midollo Ibmdr ha garantito stabilmente la ricerca dei donatori compatibili e il trasporto in sicurezza del materiale biologico: il risultato è stato il più alto numero di trapianti di midollo da donatore non consanguineo mai realizzato nel nostro Paese, ben 875 (+1,9%) e di donazioni effettuate, 288 (+1,4%). È l’immissione dei nuovi donatori, invece, a pagare il blocco delle attività sociali che ha impedito gli eventi di reclutamento nelle piazze: “I nuovi iscritti al Registro Ibmdr nel 2020 sono stati solo 20.960, oltre la metà in meno di quelli del 2019. Un numero che ha permesso comunque di mantenere in attivo il bilancio dei potenziali donatori italiani (gli iscritti attivi al 31 dicembre erano 460.728, +2,4% rispetto a dodici mesi prima) ma che, se non si inverte subito la rotta, non sarà sufficiente a garantire nei prossimi anni una risposta di cura per i tanti pazienti in attesa di un donatore compatibile”.
A risentire più pesantemente degli effetti della pandemia è stata l’attività riguardante i tessuti umani: “Le donazioni sono calate del 31% e i trapianti del 22,5% (4mila in meno rispetto all’anno scorso), una diminuzione che ha colpito tutti gli ambiti di intervento, in particolare la cornea (prelievi -29,2%, trapianti -42,2%) e l’osso (prelievi -41,7%, mentre i trapianti sono rimasti stabili)”.

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