Coronavirus Covid-19: vescovi Toscana, “preoccupazione per la tenuta sociale ed economica”

“Rinnovando la loro vicinanza a quanti soffrono per il distacco dai loro cari e per la loro malattia, i vescovi hanno ribadito la loro preoccupazione per la tenuta sociale ed economica del territorio, con particolare attenzione ai giovani e alle loro esigenze formative, come pure al tessuto aziendale e alle prospettive di difesa del lavoro e dei lavoratori”. Lo riferisce una nota odierna della Conferenza episcopale toscana, che si è riunita lunedì 18 gennaio, in videoconferenza per la consueta riunione che precede i lavori del Consiglio episcopale permanente. I presuli hanno rinnovato le proprie felicitazioni al card. Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena, per la porpora cardinalizia. Hanno espresso vicinanza a mons. Giovanni Santucci per le dimissioni da vescovo di Massa Carrara-Pontremoli per motivi di salute e il benvenuto a mons. Gianni Ambrosio, che diventa membro Cet in quanto amministratore apostolico della diocesi.
Dopo aver considerato i temi che saranno all’ordine del giorno del prossimo Consiglio episcopale permanente, i vescovi toscani hanno dedicato alcuni momenti dell’incontro alla situazione sociale e pastorale derivante dal perdurare della pandemia per Covid-19. Quanto alle comunità ecclesiali, hanno espresso gratitudine in particolare ai sacerdoti e ai loro collaboratori per la disponibilità con cui stanno affrontando forme pastorali nuove adeguate ai tempi presenti, rispettose delle disposizioni governative per il contrasto alla diffusione del contagio. In questa prospettiva i vescovi si sono anche confrontati sul gesto della benedizione delle famiglie che è solito caratterizzare la vita delle comunità parrocchiali in questa stagione dell’anno. È emerso che “questo gesto pastorale, che pur ha un forte significato per il legame tra il pastore e la sua comunità, non potrà essere compiuto quest’anno, in questi mesi, nella consueta modalità di visita nelle case”. “Su questa linea di rigorosa adesione alle norme che chiedono di evitare contatti personali che creano prossimità – conclude la nota -, ogni diocesi darà proprie indicazioni circa i tempi in cui eventualmente rinviare il gesto ovvero circa modalità nuove che ne permettano l’attuazione in forma comunitaria che salvaguardi il distanziamento”.

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