Povertà: Acli Bologna, “bolognesi più poveri e più disoccupati, sostenuti dai nonni”

“I pensionati, spesso bisognosi di cure, costituiscono a loro volta il sostegno di welfare fondamentale per figli e nipoti. Infatti, ben il 23% delle famiglie, dato in aumento rispetto all’anno precedente, abita in un appartamento messo a disposizione gratuitamente da un familiare”. Lo segnala Filippo Diaco, presidente delle Acli di Bologna, in occasione dei dati del Caf Acli della città emiliana presentati oggi. “Rispetto all’anno precedente, aumentano del 3% i pensionati. Bologna è una città che invecchia progressivamente da anni, senza che, di conseguenza, sia migliorata la qualità della vita. Il welfare deve tenerne conto, non basta più quello che si è fatto sinora”, sottolinea. Ricordando i problemi avuti nelle Rsa, durante l’emergenza sanitaria, Diaco evidenzia che “gli anziani stanno meglio a casa”. “Tuttavia, il fisco, la burocrazia, le leggi non incentivano e non agevolano l’assunzione di badanti. La programmazione del welfare non deve più essere emergenziale o solo orientata al passato e allo status quo, ma decennale”.
La dinamica cittadina, secondo Diaco, vede i “nonni non  solo oggetto passivo di interventi, ma protagonisti attivi di un welfare familiare ormai imprescindibile”. “In questi mesi, molte famiglie si sono rivolte al Patronato Acli per chiedere il ‘bonus baby sitter’, definendolo ‘bonus nonni’”. Infine, si registra un calo della disoccupazione femminile, “probabilmente dovuto alle maggiori tutele di questi mesi di emergenza”, ma anche “un preoccupante aumento del 6% dei disoccupati uomini, quasi tutti con famiglia a carico”. Sono questi i potenziali “nuovi poveri”, secondo le Acli: “Famiglie che non erano (e forse non sono) ‘fragili’, ‘ultime’, ma sono vulnerabili, cioè basta poco, basta che il padre o la madre perdano il lavoro e diventano subito a rischio povertà”.

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