Coronavirus Covid-19: mons. Pennacchio (Fermo), “continuare con il rispetto leale delle regole, non riteniamoci come Chiesa al di sopra della legge”

“Auguro a tutti di guardare all’Assunta e a San Marone non solo con ammirazione ma con il desiderio ardente di imitarli. E cioè testimoniare fino al martirio con lo sguardo rivolto al cielo”. Così l’arcivescovo di Fermo, mons. Rocco Pennacchio, rivolgendosi ai fedeli, in occasione della festività di Santa Maria Assunta in cielo, patrona della diocesi, e del martire san Marone, patrono della città di Civitanova Marche. Attraverso una video intervista realizzata in vista delle celebrazioni litugiche dei santi patroni, l’arcivescovo Pennacchio ha voluto ripercorre il cammino dell’anno pastorale che volge al termine, fortemente segnato dall’esperienza della pandemia, e anche indicare alcuni percorsi e atteggiamenti per affrontare il cammino futuro.
In particolare, l’arcivescovo si è soffermato nel guardare a quei valori e dimensioni peculiari della terra fermana e maceratese, “fedeltà e legame alla propria terra, vita permeata dalla fede, laboriosità e concretezza”. “Questi valori, mi pare, accomunino tutto il territorio diocesano, senza distinzioni. Naturalmente, nella vita, ogni aspetto positivo porta in sé dei rischi: campanilismi, anche in campo religioso, religiosità che talvolta non esprime una fede matura, attaccamento morboso al lavoro”.
Ripercorrendo il tempo del lockdown mons. Pennacchio ha ribadito che “la pandemia ha colto il mondo impreparato, quindi anche noi”. “La politica ha cercato di gestire come meglio poteva, anche se sento di dire che ha preso decisioni impopolari ma giuste, anzi forse tardive”. Parlando dell’aspetto ecclesiale, all’inizio, e ancora oggi per alcuni, “la debolezza maggiore, a mio parere, è stato il non prendere atto che in tale situazione non era possibile più vivere le normali situazioni ordinarie, se non in modo straordinario”. Guardando al futuro, il presule invita a positività e speranza: “La realtà continuerà a richiederci inoltre il rispetto leale delle regole imposte dallo Stato, il non ritenerci come Chiesa al di sopra o al di fuori della legge. Di questo le parrocchie stanno dando buona testimonianza, mantenendo fedeltà alle norme imposteci”.

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