Migranti uccisi in Libia: p. Ripamonti (Centro Astalli), “finanziare Guardia costiera non dà possibilità verificare rispetto diritti umani”

“Questo fatto grave dimostra che la Libia non è un porto sicuro. Riportare le persone in una situazione di instabilità conduce anche alla morte. Continuare a finanziare la Guardia costiera libica non ci dà la possibilità di verificare se la loro azione è in linea con il rispetto dei diritti umani”. Lo afferma oggi al Sir padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli di Roma, commentando la notizia dell’uccisione di tre persone migranti in Libia durante una sparatoria, dopo essere stati intercettati in mare dalla Guardia costiera libica e fatti sbarcare a terra, in attesa di essere riportati nei centri. “Le soluzioni prese in passato non hanno messo al centro le persone ma gli interessi dei singoli Stati e dell’Unione europea anziché la salvezza delle persone – sottolinea -. La situazione libica si è aggravata moltissimo negli ultimi anni. La soluzione di riportare o utilizzare la Libia come frontiera esterna dell’Europa, così come la Turchia per i siriani, non è rispettosa dei diritti delle persone”. Con tante altre associazioni, ricorda, “chiediamo da tempo di procedere all’evacuazione dei centri di detenzione libici ed elaborare percorsi alternativi e in sicurezza, come i corridoi umanitari, per sottrarre le persone ai trafficanti”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa