Giornata mondiale amicizia: Sos Villaggi dei Bambini, “tutti insieme si cresce e si supera anche la difficile estate 2020”

L’estate 2020, di convivenza con il Covid-19, è un po’ diversa dal solito per tutti. Non fanno eccezione i bambini dei Villaggi Sos d’Italia che, come ogni anno, saranno ospiti del Centro estivo Sos di Caldonazzo, nato più di 66 anni fa per consentire vacanze serene e salutari a tutti i ragazzini accolti fuori famiglia da Sos Villaggi dei Bambini. Ma se di solito, durante la bella stagione, il Centro di Caldonazzo diventava la casa per circa 1.000 bambini tra i 6 e i 15 anni provenienti dai Villaggi Sos di tutta Europa, quest’anno ai bambini italiani non si affiancheranno i coetanei europei. La prudenza e le stringenti norme di distanziamento ancora necessarie non lo permettono.
Per lanciare un messaggio di vicinanza ai ragazzini di tutto il mondo, in occasione della Giornata mondiale dell’amicizia (30 luglio), “Sos Villaggi dei Bambini vuole celebrare la forza dei legami tra i bambini, fonte di energia inesauribile per i più giovani e ancor di più per quei ragazzini che attraverso il legame tra pari riescono in parte a sopperire alla mancanza del legame familiare”. E i bambini ospiti a Caldonazzo lanciano un messaggio a tutti i coetanei del mondo: “Tutti insieme si cresce e, grazie alla fratellanza che ci unisce, supereremo anche questa difficile estate di convivenza con il Covid-19”.
“Per tutti noi del Centro estivo Sos di Caldonazzo aprire le braccia a questi bambini significa accoglierli e lasciare che occupino uno spazio speciale nel nostro cuore”, dice Carmen Eberle, direttrice del Centro estivo Sos di Caldonazzo.
Per raccontare le storie di chi attraversa i Villaggi Sos di tutto il mondo è stato realizzato il libro “In questo mondo storto”, curato dal Comitato Scientifico di Sos Villaggi dei Bambini diretto da Silvia Bergonzoli. Un progetto editoriale per dar voce alle storie di questi bambini, per riconoscere e dare un significato alle loro emozioni. “I bambini e i ragazzi sono i veri protagonisti di questo libro, che portano dentro di loro ‘storie storte’, la cui vita è fatta di ricordi sfuocati, di episodi drammatici, a volte violenti – spiega Bergonzoli -. Ecco allora che scrivere quella storia permette di rileggersi e di partecipare al loro stesso racconto. Narrare la loro avventura vuol dire dare un senso a ciò che è accaduto fuori e dentro di loro, ad avere un prima, un adesso e quindi un domani”.

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