Coronavirus Covid-19: dom Steiner (arcivescovo Manaus) al Sir, “situazione drammatica, le persone muoiono in casa”

Dom Leonardo Steiner

“La situazione è drammatica. La popolazione dell’area metropolitana di Manaus supera i due milioni. Metà della popolazione dello stato di Amazonas vive nella ‘grande Manaus’. Oltre al coronavirus, siamo nel periodo dell’anno in cui compaiono altre forme virali. Il sistema sanitario dello stato era inadeguato prima, immaginate ora. Gli ospedali sono pieni e le terapie intensive non hanno letti disponibili. Questa realtà contribuisce a far sì che un certo numero di persone muoia in casa”. Lo afferma, in un’intervista al Sir, l’arcivescovo di Manaus, dom Leonardo Steiner, che racconta quanto sta accadendo nella capitale dello Stato brasiliano dell’Amazonas. “Secondo le informazioni che abbiamo, le sepolture quotidiane superano i 140. Prima della pandemia erano circa 30 al giorno. Continuiamo sulla curva ascendente dell’infezione. Ma ci sono anche molta solidarietà e carità”.
“Abbiamo sospeso la celebrazione pubblica delle messe prima che il Governo prendesse una decisione. Inizialmente – prosegue l’arcivescovo –, c’era una forte adesione delle persone all’isolamento. Con la palese critica rispetto a queste misure da parte del presidente della Repubblica, le persone hanno iniziato a circolare molto di più. Ma continuiamo con la sospensione della celebrazione pubblica delle messe e insistiamo sull’isolamento”.
Le periferie di Manaus, afferma dom Steiner, “sono molto povere. Abbiamo circa 2mila persone che vivono sulla strada; la presenza di gruppi indigeni, nelle zone periferiche della città, è di circa 35mila persone; abbiamo la presenza di migranti haitiani e venezuelani. Con l’interruzione del commercio, le persone non hanno entrate, nonostante il salario minimo previsto dal Governo. Abbiamo persone che non dispongono della documentazione necessaria per poter accedere a questo sussidio. La città ha una grande zona industriale, che è ferma. La situazione è la stessa in tutto il mondo. Ma le persone che vivono con l’elemosina e l’aiuto di altri stanno soffrendo molto. È a partire da tutto questo che abbiamo cercato, come Chiesa, di uscire e portare aiuto”.

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