Coronavirus Covid-19: mons. Prevost (vescovo Chiclayo) al Sir, “con la Caritas abbiamo aiutato più di 27.000 persone”

“Fin dall’inizio, abbiamo cercato di utilizzare di più i social network, con la trasmissione di celebrazioni liturgiche, momenti di preghiera, opportunità per i fedeli di dialogare e comunicare le loro preoccupazioni ai sacerdoti”. Lo racconta al Sir mons. Robert Prevost, vescovo di Chiclayo, capoluogo del Lambayeque, la seconda regione più colpita del Perù dal Covid-19, dopo la zona metropolitana di Lima e Callao.
“Con l’équipe pastorale, a livello di diocesi – prosegue il vescovo –, stiamo organizzando una piattaforma virtuale, che offrirà risorse e proposte per rafforzare la vita della comunità ecclesiale quest’anno, viste le necessarie limitazioni indicate dallo Stato. Gruppi e team parrocchiali si stanno già incontrando grazie a diversi strumenti (Zoom, Google, Skype, ecc.), che offrono la possibilità di organizzare videoconferenze. In varie parti della diocesi, sempre nel rispetto delle norme per evitare qualsiasi raduno di persone, sono state organizzate espressioni di devozione e preghiera, con il Santissimo Sacramento, con qualche immagine, con attenzione ai fedeli, sebbene in modo molto limitato.
La solidarietà non manca. “Con il sostegno di Caritas-Chiclayo, tutte le parrocchie hanno potuto andare incontro alle esigenze delle persone più vulnerabili. Esiste un problema particolarmente acuto, e cioè la presenza di un gran numero di immigrati, soprattutto venezuelani, che non hanno ricevuto il sostegno del governo in queste circostanze. La Commissione diocesana per la mobilità umana ha organizzato una campagna per offrire riparo, cibo e qualche tipo di aiuto per loro. Finora, con Caritas-Chiclayo, abbiamo aiutato più di 27.000 persone in questo periodo”.
Come altrove, “vi è stata una carenza di mascherine, dei cosiddetti dispositivi protettivi individuali per gli operatori sanitari. La diocesi ha aiutato a a procurare un maggior numero di attrezzature durante la prima ondata della crisi, sperando che il ministero della Salute avrebbe preso le misure necessarie per gli operatori sanitari. Ancora, esiste un grave problema nelle carceri sovraffollate, con alcuni detenuti infettati dal coronavirus. Stiamo lavorando con le autorità per trovare soluzioni”.
Conclude mons. Prevost: “Seguiamo moltissimo le indicazioni che Papa Francesco ci dà, direttamente o indirettamente. Il suo concetto delle ‘due infezioni’, una della pandemia e l’altra della speranza, è stato molto importante. Offrire un messaggio di speranza, con l’insistenza di rispettare le norme del distanziamento obbligatorio, fa parte di un percorso che aiuterà tutti a guardare avanti, con fiducia riposta nel Signore”.

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