Pasqua 2020: mons. Bodo (Saluzzo), “la celebriamo ogni domenica per renderci coraggiosi seminatori di speranza”

“In questi giorni la comunità cristiana ritorna alle sorgenti della speranza, la quale non è solo un vago anelito ad una società più giusta e più vivibile e neppure soltanto una virtù. Essa ha un volto: Gesù, il Risorto”. Lo ha scritto il vescovo di Saluzzo, mons. Cristiano Bodo, nel messaggio per la Pasqua inviato alla diocesi.
Richiamando le parole di Papa Francesco – “Non fatevi rubare la speranza, quella che ci da’ Gesù… Non siate mai uomini e donne tristi” -, il vescovo osserva che “Dio ci fa sovente il dono di uomini e donne straordinari, capaci di restituire la dignità della buona notizia evangelica al mondo. Ma, il più delle volte, chiama nel ruolo di testimoni uomini e donne d’ogni età e cultura, che non fanno notizia, ma sono ricchi di sapienza spirituale, per scrivere la storia nel silenzio”. “Penso – spiega – a credenti e non credenti fedeli nel servizio, con il coraggio di una vita donata. Penso ai cristiani che hanno incontrato il Signore, spesso ‘cristiani anonimi’, additati e giudicati. Guardando costoro emerge un desiderio di speranza per una società più umana”.
“Il cammino nella speranza – sottolinea mons. Bodo – attraversa tutte le strade dell’umanità, soprattutto quelle che incrociano il mistero della Passione e Morte del Signore che segna il destino del mondo”. “Per questo il nome della speranza è la Pasqua, è il Cristo vincitore della morte, il Signore Risorto”. “Perciò – conclude il vescovo – la Chiesa non celebra la Pasqua solo una volta all’anno, ma ogni domenica per tornare alle sorgenti, per renderci coraggiosi seminatori di speranza, affinché tutti possano mettersi con gioia alla scuola dei testimoni che fanno notizia”.

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