Coronavirus Covid-19: vescovi Ecuador, “tempo di unità e solidarietà, tempo di agire e non di parlare”

È tempo di mettere da parte tutte le differenze economiche, sociali, politiche e religiose, così come tutti gli interessi personali. È il momento dell’unità, per un’azione che ci porti a superare questa dura realtà. È il momento della solidarietà con gli espropriati o gli ‘scartati’ della società, come ci dice Papa Francesco. Questo non è il momento di parlare, ma di agire”. Lo scrivono, in un messaggio diffuso ieri dalla presidenza della Conferenza episcopale (Cee), i vescovi dell’Ecuador. Di fronte al dilagare del virus (oltre 7mila contagi e circa 30 morti secondo i dati ufficiali) i vescovi chiedono “un’azione di altissimo livello di professionalità. Abbiamo bisogno che ci sia una leadership ferma, concreta ed efficace, per trovare soluzioni concrete, oggi più che mai. Viene chiesta anche trasparenza nelle informazioni, dato che il sospetto che le cifre reali siano superiori a quelle comunicate.
La Chiesa ecuadoriana, in occasione del Venerdì Santo, ha inoltre espresso il suo profondo dolore per la situazione: “Questa ‘passione’ della nostra gente non può lasciarci indifferenti, ci obbliga ad agire tutti per trovare le risposte più adatte, che oggi sono più urgenti che mai; soprattutto, oggi c’è un’emergenza sanitaria che ha travolto ogni previsione. Ci addolora come Chiesa vedere le lacrime e la sofferenza di tanti fratelli, insieme all’impotenza nel vedere che i loro famigliari non possono ricevere un adeguato trattamento sanitario. Ci addolora come Chiesa vedere che anche il personale medico e sanitario, i membri delle Forze armate e della Polizia nazionale non hanno sufficienti risorse e protezioni per far fronte all’emergenza. Ci addolora come Chiesa vedere che una sepoltura dignitosa non può essere data a coloro che sono stati sconfitti dal Covid-19, soprattutto città di Guayaquil. Ci addolora come Chiesa vedere la disperazione di tutti coloro che non possono portare il pane al tavolo della loro famiglia, perché non hanno modo di lavorare oggi”.
Concludono i vescovi ecuadoriani: “Il Dio della vita ci chiama a promuovere azioni concrete ed efficaci, in particolare nella corresponsabilità, per superare questa tragedia, questa ‘passione’ del così lungo Venerdì Santo che stiamo soffrendo”.

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