Coronavirus Covid-19: chiusura rotte aeree e salme musulmane bloccate in Italia. Ucoii, “dare una degna sepoltura, un’emergenza nell’emergenza”

“Un’emergenza nella emergenza”. Così Yassine Lafram, presidente dell’Ucoii, definisce al Sir quanto la comunità musulmana presente nel nostro Paese sta vivendo in questi giorni segnati dal Coronavirus Covid-19 a causa della chiusura delle rotte aeree che impedisce il rimpatrio delle salme nei Paesi di origine. “Prima la maggior parte delle salme veniva espatriata”, spiega il presidente Lafram. “Chi muore in Italia, o viene seppellito nell’area cimiteriale islamica presente in alcuni cimiteri italiani oppure i familiari provvedono all’espatrio della salma nel Paese di origine. Visto che l’espatrio non è più possibile in questi giorni, abbiamo casi, quotidianamente, di musulmani che sono morti e non riusciamo a seppellire”.
Nei giorni scorsi, era stata segnalata all’Ucoii una situazione drammatica nel comune di Pisogne in provincia di Brescia, dove una famiglia musulmana è stata costretta a stare nella propria abitazione da una settimana con la madre, morta il 18 marzo, chiusa in una bara in casa. “Questo succede – chiarisce Lafram – perché per la sepoltura, in alcuni comuni, c’è il vincolo della residenza. Il comune di Brescia, per esempio, riguardo all’area cimiteriale islamica autorizza la sepoltura solo ai cittadini musulmani residenti nel comune”. Fino ad oggi l’Ucoii ha contato un centinaio di casi. “Per diversi siamo riusciti a trovare una degna sepoltura, per altri stiamo cercando soluzioni”, fa sapere Lafram. “Stiamo collaborando con le prefetture, con i sindaci e ancora prima con il Ministero dell’Interno per trovare una degna sepoltura a tutti. Siamo riusciti ad aprire nuove aree cimiteriali islamiche in alcuni cimiteri comunali”. L’Ucoii ringrazia, a questo proposito, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che nei giorni scorsi ha firmato un’ordinanza che permette alcune deroghe alle regole cimiteriali del capoluogo. In particolare, la possibilità per gli stranieri residenti nella città metropolitana (in provincia) di Milano di essere seppelliti nel Cimitero monumentale laddove sussistessero le condizioni di impossibilità di rimpatrio della salma. Il ringraziamento va quindi al sindaco, all’amministrazione comunale e alla Prefettura di Milano nella figura del prefetto Saccone, che “si sono da subito mobilitati per far rientrare l’emergenza di salme che per giorni non hanno trovato degno luogo per essere seppellite secondo le prescrizioni religiose”.

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