Coronavirus Covid-19: agenzie Onu, “proteggere la salute e i diritti di migranti e apolidi”

“La risposta al Covid-19 deve proteggere i diritti e la salute di rifugiati, migranti e apolidi”. È la richiesta congiunta di quattro agenzie Onu: Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr): “Il virus ha dimostrato di non fare discriminazioni; tuttavia, numerosi rifugiati, persone costrette alla fuga, apolidi e migranti sono esposti a un rischio più elevato”. I tre quarti dei rifugiati di tutto il mondo e numerosi migranti sono accolti in regioni in via di sviluppo, in cui la capacità dei sistemi sanitari è già al collasso e necessita di ulteriori risorse. Molti vivono in campi, insediamenti, alloggi di fortuna o centri di accoglienza sovraffollati all’interno dei quali non è garantito un accesso adeguato ad assistenza medica, acqua potabile e servizi igienico-sanitari. “La situazione di rifugiati e migranti trattenuti in luoghi di detenzione formali e informali – sottolineano -, caratterizzati da spazi angusti e condizioni malsane, suscita particolare preoccupazione. Considerate le conseguenze letali che la diffusione del Covid-19 comporterebbe, dovrebbero essere rilasciati quanto prima. I minori rifugiati e le loro famiglie, nonché quanti sono detenuti senza basi legali sufficienti, dovrebbero essere rilasciati immediatamente”. “Migranti e rifugiati – ricordano – sono vulnerabili in modo sproporzionato rispetto al rischio di esclusione, stigma e discriminazione, in particolare quando privi di documenti. Per scongiurare una catastrofe, i governi devono fare tutto quanto è in loro potere per proteggere i diritti e la salute di ciascuno. Proteggere i diritti e la salute di ogni singolo individuo, di fatto, consentirà di contenere la diffusione del virus”. Le agenzie Onu chiedono che “tutti, migranti e rifugiati compresi, possano accedere in modo paritario ai servizi sanitari e siano inclusi efficacemente nei piani nazionali di risposta all’emergenza Covid-19, incluse le misure di prevenzione e la possibilità di sottoporsi a esami clinici e terapie”. Le istituzioni finanziarie di tutto il mondo “possono svolgere un ruolo guida nel rendere disponibili i fondi richiesti”.

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