Coronavirus Covid-19: Agidae e Fidae, note orientative su chiusura delle scuole, attività didattica e rette

Sono giunte alle Presidenze nazionali di Agidae e Fidae, da parte dei gestori ma anche di numerose famiglie, “richieste di intervento su alcuni aspetti sia di carattere organizzativo sia di tipo economico, atti a prevenire contrapposizioni ed evitare conflitti in grado di impoverire la funzione educativa delle comunità scolastiche e frenare la crescita educativa di studenti ed alunni”. Infatti, la chiusura delle scuole imposta dal Governo ha determinato “la didattica interrotta per i nidi e le scuole materne (o una parte di esse)”, con la mancata erogazione del servizio, e “la didattica ‘differita’, ‘on line, soprattutto per la scuola primaria e secondaria'”, in cui ogni scuola ha potuto regolamentare in maniera autonoma tempi, modalità, tecnologie, ma sostanzialmente il servizio scolastico è proseguito. Se non ci saranno sorprese, “tutto lascia pensare che la vita della scuola potrebbe riprendere i suoi ritmi normali e concludere l’anno scolastico secondo le tempistiche che il Miur  indicherà: in sintesi si parla quindi di poco più di due mesi di scuola su 10”.
Agidae e Fidae precisano, quindi, che “le rette scolastiche sono rette annuali e coprono le spese dell’intero anno scolastico, ossia 12 mesi per la gestione e ben 14 mesi (13 mensilità + Tfr) per i costi del personale”. Nel momento in cui un genitore iscrive a scuola il proprio figlio si impegna a corrispondere alla scuola l’intero importo annuo, a prescindere da eventi non previsti o prevedibili.
A fronte di una insistente pressione sociale che rivendica una sorta di diritto a non pagare la retta scolastica per il fatto che non sarebbe stato parzialmente erogato il servizio scolastico a motivo della chiusura voluta dal governo, Agidae e Fidae offrono delle note orientative per “assicurare a tutta la scuola paritaria italiana una lettura omogenea della difficile situazione che in questo momento la scuola paritaria ma anche la vita delle famiglie stanno vivendo”. Innanzitutto, “per scuole che hanno di fatto proseguito l’attività didattica facendo ricorso alla metodologia on line la retta scolastica va regolarmente ed indiscutibilmente pagata, posto che al termine dell’anno scolastico gli alunni potranno essere correttamente valutati negli apprendimenti conseguiti”. Invece, “nella scuola dell’infanzia (così come nei nidi) dove il servizio didattico-educativo fosse venuto a mancare totalmente o parzialmente, appare congruo riconoscere alle famiglie uno sconto percentuale sulla retta del periodo interessato alla chiusura, considerando, da un lato, che la retta mensile va a coprire i costi di un periodo più lungo dell’anno scolastico e, dall’altro, che sul lavoro didattico non effettuato a causa della chiusura la scuola potrebbe godere parzialmente degli ammortizzatori sociali straordinari oggi sussistenti. Si tratta di una valutazione di situazioni oggettive che possono meritare un riconoscimento concreto sul piano economico”. Sono, concludono Agidae e Fidae, “orientamenti e decisioni che gravano esclusivamente sulla responsabilità dell’ente gestore al quale spetta altresì valutare responsabilmente l’impatto di eventuali sconti di retta sugli equilibri complessivi della gestione scolastica”.

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