Don Vincenzo Rini: Zanotti (Corriere Cesenate), “un personaggio autorevole tanto amato”

“Non so se considerare don Vincenzo più un padre o più un amico. Di certo era uno su cui si poteva contare”. Così Francesco Zanotti, direttore del “Corriere Cesenate”, ricorda don Vincenzo Rini, per due mandati presidente della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc) e direttore del settimanale diocesano “La vita cattolica”, morto stanotte a Cremona a causa del Coronavirus. “Questi tempi così difficili, a tratti anche crudeli, ci impediscono di andare al suo funerale – scrive Zanotti -. Questa sensazione mi fa stare male fisicamente. Non poter condividere con tanti amici l’ultimo saluto a uno che è stato di più di un compagno di viaggio mi toglie qualcosa. Mi sento deprivato di un saluto, l’ultimo, di solito mai banale. Anche per don Rini, uno che per me è sempre stato personaggio cui guardare con ammirazione, stima e simpatia”. Zanotti, che è stato a sua volta presidente Fisc, ricorda “le immancabili barzellette” di don Rini,  la sua “sana capacità di sdrammatizzare”. “Con lui mi sono spesso confidato – dice -. Sapevo che mi potevo fidare. Sapevo che quanto mi avrebbe consigliato sarebbe sempre stato sia per il mio bene che per il bene dei nostri giornali, strumenti in cui ha creduto tantissimo e per i quali si è speso per anni”. “Lui fu ospite a casa mia e io a casa sua – ricorda Zanotti -. Ho nitida nella memoria questa scena. Passeggiavo con don Vincenzo nelle vie del centro di Cremona, la sua città, che lui amava tanto. Mi faceva da cicerone. Mi spiegava ogni dettaglio: il teatro Ponchielli, il museo del violino, le chiese, la cattedrale con il campanile meraviglioso (il Torrazzo con i suoi 112 metri di altezza), la piazza, i palazzi. Tutto”. “Ma quello che più ricordo – sottolinea – furono gli incontri con le persone. Facevamo fatica a camminare, tante erano le donne e gli uomini che lo salutavano o si fermavano a parlare con lui. Capii, in quell’occasione, quanto fosse prediletto e seguito quel prete/direttore. Un personaggio autorevole, tanto amato anche a casa sua e non solo da chi, come noi, lo ammirava come presidente della nostra Federazione. Stimato e seguito da moltissimi, come potei constatare di persona in quelle giornate preziose. Un incontro ravvicinato che ora mi porto nel cuore e conservo caro in questo momento così tormentato di un distacco imprevisto”.

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