Coronavirus Covid-19: diocesi di Sora ai sanitari, “nei fratelli curati durante l’epidemia incontrate Dio”

“Vedo quanto vi state spendendo per curare i nostri malati e arginare il più possibile l’espansione di questa epidemia, anche con scarsità di mezzi”: esordisce così don Mario Colella, direttore dell’Ufficio per la pastorale della salute della diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, in una lettera al personale medico e paramedico del territorio. “È palpabile la tensione, il nervosismo, l’ansia, la preoccupazione, la stanchezza – prosegue don Colella – non siete carne da macello solo perché avete scelto questa professione; anche voi avete le vostre famiglie e quello che più vi preoccupa è l’incolumità di quelle persone che lasciate e ritrovate a casa. Per tutti questi motivi la nostra gratitudine è grande”. Don Mario Colella, cappellano all’ospedale Santa Scolastica di Casisno (Fr), riporta la propria esperienza: “Sono qui in mezzo a voi, sempre pronto a sostenervi con una parola di incoraggiamento e con la mia preghiera. Chi non è credente, accetti la mia amicizia e una pacca sulla spalla in segno di stima e grande affetto”. “Alla fine di questa battaglia, che certamente risulterà vincente, anche se a caro prezzo, cosa vi sarà riconosciuto? – si domanda – Forse qualche centesimo in più? Forse niente? Ne uscirete più ricchi in quanto a umanità e professionalità”. E conclude: “Qualcuno un giorno vi dirà: ‘Andavi cercando Dio, mi hai incontrato nei giorni dell’epidemia nei fratelli che hai curato, anche a rischio della tua stessa vita, e non te ne sei accorto. Ma per me non è stato importante che tu non abbia riconosciuto Dio, mi è bastato che abbia riconosciuto tuo fratello’”.

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