“Quante persone lontane dalla fede hanno riacquistato fiducia in Dio grazie alla testimonianza di prossimità e di carità di papa Francesco. Quanti gesti di carità sono stati fatti perché smossi dalla sua carità, quanto dialogo perché sollecitato dal suo stile, colui che si è mosso per primo. E gli ultimi segni anche nella nostra Chiesa di Catania: la lavanderia Francesco inaugurata dal card. Krajewski, la chiave per il dormitorio della Locanda del Samaritano”. Lo ha detto l’arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna, nell’omelia della messa di suffragio per Papa Francesco, celebrata ieri. Il presule ha ricordato le encicliche Laudato sì e Fratelli Tutti, che “hanno aperto nuovi orizzonti alla dottrina sociale della Chiesa”, le esortazioni apostoliche Gaudate et exultate et Dilexit nos che “ci hanno riportato alla bellezza delle beatitudini evangeliche e alla centralità del Cuore di Cristo nella nostra spiritualità”. E poi i cinque verbi per una Chiesa in uscita, consapevole della sua missione: “Primerear è stato un neologismo di cui si è scusato, ma di cui non ha saputo fare a meno tanto caratterizzava la sua esperienza di pastore della Chiesa di Buenos Aires: ha preso per primo iniziative coraggiose, superando distanze culturali e di fedi, vincendo il silenzio su questioni importanti come i migranti e la questione climatica”. “E poi coinvolgersi, che ha come modello Gesù che lava i piedi ai suoi discepoli, accompagnare, come ha fatto Gesù con i discepoli dubbiosi sulla strada di Emmaus, fruttificare anche quando nel campo c’è la zizzania, festeggiare in liturgie che ci fanno raccogliere i frutti della grazia di Dio – ha concluso l’arcivescovo –. Il cammino della Chiesa continua, arricchita da questo pontificato, da questa impronta lasciata nella vita della Chiesa”.