È “significativo” l’aumento del sovraffollamento carcerario nel 2024 in particolare in alcuni Paesi dell’Europa occidentale: lo dice il Comitato anti-tortura del Consiglio d’Europa che oggi ha espresso la sua preoccupazione nel contesto della pubblicazione della relazione annuale. Le esortazioni agli Stati vanno in tre direzioni: adottare “misure risolute” per diminuire il sovraffollamento; intervenire per “sradicare la gerarchia carceraria informale”, che persiste a vari livelli soprattutto nei sistemi penitenziari di alcuni Paesi che facevano parte dell’Unione Sovietica (Armenia, Azerbaigian, Estonia, Georgia, Lettonia, Lituania, Repubblica di Moldavia, Federazione Russa e Ucraina); migliorare il trattamento dei pazienti trattenuti contro la loro volontà negli istituti psichiatrici di tutta Europa. In questi casi, meno farmacoterapia e più terapie psicosociali sarebbero necessari per il recupero dei pazienti. Sul tema del sovraffollamento ha insistito il presidente del comitato, Alan Mitchell, secondo cui “compromette il funzionamento delle carceri”: oltre a esporre i singoli a trattamenti inumani e degradanti, è motivo di condizioni di vita peggiori, aumento della tensione e della violenza, minore preparazione dei detenuti al reinserimento nella comunità. Da Mitchell un duro richiamo ai governi che “dovrebbero dimostrare la volontà politica di risolvere il problema riformando le politiche di diritto penale e stanziando investimenti adeguati per i servizi penitenziari e di libertà vigilata”. Il rapporto è l’esito di 20 viaggi in altrettanti Paesi e di visite in 181 luoghi di detenzione.