“L’Unione europea ha costantemente affermato il proprio impegno a favore dei diritti umani come pilastro centrale della sua azione esterna. I meccanismi in atto sono di per sé molto preziosi, ma mancano dell’autorità mirata e della visibilità necessarie per affrontare questa crisi con il vigore e la coerenza richiesti”, scrivono i vescovi della Comece a Ursula von der Leyen. “La gravità della situazione richiede una risposta più forte, dedicata e istituzionalizzata. L’Ue, fondata sui valori della dignità umana, della libertà e del rispetto dei diritti umani, ha la responsabilità particolare di difendere questi valori al di là dei propri confini”. La carica di Inviato speciale dell’Ue per la promozione della libertà di religione o di credo al di fuori dell’Ue – ricordano i vescovi – è stata istituita nel 2016. “Si è rivelata fondamentale per promuovere questa causa sulla scena mondiale e ha rappresentato una voce cruciale per chi non ha voce, difendendo i diritti delle comunità religiose perseguitate. La presenza di una persona che ricopre questo ruolo rafforza la capacità dell’Ue di monitorare, segnalare e rispondere efficacemente alle violazioni della libertà religiosa in tutto il mondo e consente all’Ue di dimostrare un impegno tangibile a proteggere la libertà religiosa come parte integrante della sua politica estera in materia di diritti umani”.