Papa in Portogallo: incontro autorità, serve “buona politica” per “correggere gli squilibri” e “dare alla gente il potere di sperare”

(Foto Vatican Media/SIR)

“La mancanza di lavoro, i ritmi frenetici in cui sono immersi, l’aumento del costo della vita, la fatica a trovare un’abitazione e, ancora più preoccupante, la paura di formare famiglie e mettere al mondo dei figli”. Sono questi i fattori che scoraggiano i giovani, mettendo in pericolo il loro futuro. Ad elencarli è tato il Papa, nel suo primo discorso a Lisbona, rivolto alle autorità, alla società civile e al Corpo diplomatico. “In Europa e, più in generale, in Occidente, si assiste a una triste fase discendente della curva demografica”, l’analisi di Francesco: “il progresso sembra una questione riguardante gli sviluppi della tecnica e gli agi dei singoli, mentre il futuro chiede di contrastare la denatalità e il tramonto della voglia di vivere”. “La buona politica può fare molto in questo, può essere generatrice di speranza”, l’appello del Papa: “Essa, infatti, non è chiamata a detenere il potere, ma a dare alla gente il potere di sperare. È chiamata, oggi più che mai, a correggere gli squilibri economici di un mercato che produce ricchezze, ma non le distribuisce, impoverendo di risorse e certezze gli animi. È chiamata a riscoprirsi generatrice di vita e di cura, a investire con lungimiranza sull’avvenire, sulle famiglie e sui figli, a promuovere alleanze intergenerazionali, dove non si cancelli con un colpo di spugna il passato, ma si favoriscano i legami tra giovani e anziani”. A questo proposito, Francesco ha citato “il sentimento della saudade portoghese, la quale esprime una nostalgia, un desiderio di bene assente, che rinasce solo a contatto con le proprie radici, i giovani devono ritrovare le proprie radici negli anziani”: di qui l’importanza dell’educazione, “che non può solo impartire nozioni tecniche per progredire economicamente, ma è destinata a immettere in una storia, a consegnare una tradizione, a valorizzare il bisogno religioso dell’uomo e a favorire l’amicizia sociale”.

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