Diocesi: Cerreto, ieri sera inaugurazione del “Mila – Museo itinerante dei luoghi alfonsiani” di Sant’Agata de’ Goti

(Foto: diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant'Agata de' Goti)

Ieri serata d’inaugurazione del “Mila – Museo itinerante dei luoghi alfonsiani” di Sant’Agata de’ Goti (diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti) e dei suoi due percorsi turistici (da oggi visitabili: per info, prenotazioni e orari di apertura è possibile collegarsi al sito luoghialfonsiani.it) che congiungono tra loro posti che testimoniano la presenza, la vita e la predicazione a Sant’Agata de’ Goti del santo vescovo napoletano Sant’Alfonso Maria de’ Liguori), quello sul vescovo santo della durata di 50 minuti (dov’è possibile visitare il Museo diocesano nella chiesa del Carmine, il salone degli stemmi, la stanza privata di S. Alfonso e il cunicolo seicentesco) e quello lungo il borgo alfonsiano della durata di 90 minuti (un viaggio nel tempo, che attraversa il centro storico, dal romanico al barocco: dalla chiesa di San Menna, con il pavimento musivo più antico nel suo genere dell’Italia meridionale, alla cattedrale di origini romaniche, prima, completamente ristrutturata, poi, in stile barocco nel corso del Settecento; dalla gotica chiesa della SS. Annunziata al Museo Diocesano nella chiesa del Carmine). Moderata e coordinata dal segretario del vescovo, don Alex Criscuolo, che nello scandire i tempi degli interventi ha inserito anche delle interessanti pillole di storici dell’arte e di testimonianze di documenti su S. Alfonso, sono intervenuti prima del taglio del nastro il presidente della cooperativa sociale di Comunità iCare, don Matteo Prodi, e il responsabile del progetto Mila e project manager, Rosangela Ciaramella. È intervenuto alla inaugurazione anche il vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti, mons. Giuseppe Mazzafaro, prima della benedizione dei locali. “La mancanza di lavoro e il conseguente spopolamento, soprattutto dei nostri giovani negli ultimi anni, è impressionante. Il male non è scegliere di andare via dai luoghi d’origine per inseguire sogni e desideri. Il male è essere costretti ad andare via per necessità – ha detto il presule -. E questo discorso vale per i nostri giovani, così come vale per i nostri migranti, così come vale per tutte quelle persone costrette a scappare a causa di guerre, discriminazioni, ingiustizie”. “Il Mila – ha aggiunto mons. Mazzafaro – è solo il primo tassello concreto di un ascolto del territorio che, come diocesi, stiamo portando avanti sulla questione. Il futuro Parco ecclesiale culturale (di cui il Mila farà parte) e la nascente rete di imprenditori delle Valli Caudina e Telesina, che con Giovani & Lavoro abbiamo incontrato, ascoltato e con cui ci siamo confrontati, insieme ai giovani, ne sono un fulgido esempio”.

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