Papa Francesco: a mons. Leuzzi, “essere uomini e donne di scienza è una vocazione e, insieme, una missione, una forma di carità intellettuale”

“Essere uomini e donne di scienza è una vocazione e, insieme, una missione, una forma specifica di carità: quella intellettuale”. Lo scrive Papa Francesco, in un messaggio al vescovo di Teramo-Atri, mons. Lorenzo Leuzzi, in occasione del II Meeting internazionale “La scienza per la pace – Nuovi discepoli per la conoscenza: il metodo scientifico nel cambiamento d’epoca”, promosso dalla diocesi di Teramo-Atri, in collaborazione con la Pontificia Accademia delle scienze sociali, per il IX centenario della morte del patrono San Berardo.
“Nel cambiamento d’epoca che stiamo vivendo – prosegue il Pontefice -, la carità intellettuale non può essere rinchiusa nei recinti dei Centri di ricerca o riservata solo agli ‘addetti ai lavori’, ma deve animare e sostenere la costruzione di una rinnovata prossimità”. Per il Santo Padre, “urge, quindi, che quanti sono coinvolti nell’investigazione scientifica scoprano la responsabilità storica del loro impegnarsi nei diversi ambiti del sapere, superando la tentazione di isolarsi in sfere particolari, per promuovere una nuova cultura della conoscenza”.
Il Papa precisa: “Oggi la carità intellettuale deve suscitare nella persona il ‘pensare in grande’. È nell’unità armonica di conoscenza e di amore, di fede e di ragione che trova pace nella sua ricerca e può realizzare modelli culturali e sociali capaci di rispondere veramente ai propri bisogni”. “Le nuove generazioni – aggiunge – attendono di incontrare discepoli della conoscenza di simile levatura, per prepararsi ad essere protagonisti nella Storia e così contribuire all’incremento di una solida cultura. La sfida non è da poco”.
Francesco conclude: “Nella verità e nella carità è la via della pace, e una ricerca illuminata della verità nella carità porrà sempre più solide fondamenta per la costruzione di una società pacifica perché armonicamente ordinata al suo fine, nel rispetto della persona e nella grata corrispondenza ai doni di Dio”.

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